Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 422

D E L L A r MI T A T I ONE . - n*
li yf i come
1
)abbiamo noi tutte, le parole accom­
modate y come mollifiima cera a cader fiotto
qualunque figlilo di tre manieri di dir divina­
mente trattata da Cicerone
s a
da ciafcurial­
tro perfetto
;
farebbono di quella fatiga liberi
,
della qual fiamo noi . Et fe quefli medefiifi
Scultori
sa
Vittori
,
mentre voglio» fare una
'figura
;
più lofio, fi contentano di pigliar la
imitation da una statua antica fiutarla alcun
grande artefice
,
che da molti individui f it ti
dalla natura, ne qttaì ìe belleZj,e non fono uni­
te
, sa
non è poco
,
quando m ciafcu\i fe neri
se
troni una : percioche nella figura antica del pe­
nto artefice fi neggongia tutte le belle cofe uni­
te
;
perche debbiamo noi potendo levar la imi­
tation da un perfetto in tutto quel
,
che l'huo-
mo far può
,
0 di noftro capo hoter ritornar si
que pnucipu
,
ne quali ha fitta già la fatica
quel perfetto autore ; 0 levar ancor le parole di
coloro , che nell'imperfetto fecolo JcrijJèro ? 0
follmente rapprefentar quella picciola bellez­
za
,
che la particolar m fìra natura hauejfkba-
unta dal Qielo ? Certo ni tanto error non può
cader
,so
non coliti
,
che non hagiudiciò di bel­
lezza , ne di bontà,
s a
piglia confufxmente
ogni cofa per bella
sa
buona
.
Q uefia tale cofi,
come non vuole il givateio de' prejenti
,
ne de
*
paffuti ; cofi ancor poco penfa a quelli
3
che fe -
guiranno, iquahfarMinoforfè piùfafiidiofi nel
volerfi contentar;, che non fono i preferiti,
Ne
tanto ho d etto
,
perche io mi tenga eloquente :
rmperoche
,
che può di fe promettere urilmorm
1...,412,413,414,415,416,417,418,419,420,421 423,424,425,426,427,428,429,430,431,432,...516
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