Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 418

D E L L A I M I T A T I O N E . M*
Ir etto di D tonifio Altcarnaffeo fcfiito
(
come
crejo) a Kuffó
Melisio,
che colui non potrà
Burnita
»
mai fierare eternità'a gli feritri
suot sei/qua/^oso oso".!
non bauerh haunto riguardo a tre maniere*di
meduoac
fecali
,
a paJJ'att ,a prefènti
t &
a futuri
» A <lu
^‘
paffuti , perche debbiamo méttere'davanti I I
jnti perfetto deypaffàti ficoli r
sa
la clettipn
d'un cofifatto
, sa
tonfo dite
Ciceroneidee
effe-
re fatta conlunga confìderatioHé i &cò)tbfto#
conjiglio
. A
prefenti 'ancora' debbiamo hfàfcr
riguardo, a quelli dico, che nel nòjlro fecolof i
pareffe effer dotati di prnd etnia
sa
di giudi-
(io : impercioche con
essa
loro ci debbiamo con­
figliare , fvl che prtni fufiero di ogni pàfilone
,
sa
pieni dt buon dtfeorfo ;
sa
ueder (èia com-
pofitto» noftrafta uicina a quella perfotaidèa
dell'eloquentia, che
es?i
nella mentedìdueff&tò
collocata. ’ llperche
M. T
ullfa nel!\Orator fho
Lapmdee
dice, chefempre la prudentia degliaudatorifù
quella, chediede norma alCelocjuentia^dial-
norma.a-,
trai
. Et
per nero dire
;
quando Cicerone bd-ffo
uea ad orare, a quanta perfettion di configito
credeteuoi lo condttceffètlfaper, che da unCe-
fare, da un Pompeo
,
danti Bruto douea effer
afeoltato * Konpenfate uoi, che egli meiteffe
tutte le forze del fuo ingegnò per piacere
d'
quelli huomini, die perauentura nella ntedefi-
ma eloquentia il primo loco tenevano, od ui-
ano al primo uoleuatio
? A
futuri fecòh deb­
biamo ancor riguardare, penfarido% tutte quel
le cofe, che poteffèro di/piacere a tutti‘quelli,
chedopo noi verranno yì>irh aletm^ e/oefière-
K “
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