Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 419

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khpofiibib dùfitptrc '! tónfifio io
,
thè ciò d i
*
tutto non pofiianró
sapere;
ma ben dico Velie a
ito pofiianieprbuedere : imperochefe baueremo
.
htohatfrheiKil fetfeHoé’untteo- in tutto quel
,
eht im a # fi p u o f f y fid e rà non potremo noi
efjèreifMfmiatifeemeabiafirnudel perfètto au-
tdre'inptato. B ertifatili ragioni di Ùionifio /
nehfe come conjèguiraudb pfrpetMtàg li fir it­
ti di coloro
,
che da quefio propofito d'imitare
•'■* •
un perfètto fimo lontani : percioche a uejjùno
y
d fìa reficidicol penfiti 'fi uolgtmo . dpaflati,
che dapaffàtt noffùitnobiti
roso
certo.■fipré-
,
pongono^, d fanale efler fintili uoglianó ; anco
a b g fa d k ti d [ fre fin ti non
fi
fottorneitono :
V
tqu aritu tti,fal che la dolcezza della eloquen
*
ttó
gufato Inditiatminquefio almeno conuen-
goiUi
,
che più pofjom hauer veduto mtllè » che
unfilo
. HI,
conticredete Hot, che'l perfetto
rie in m io
.
- . i i . .
.
*
.
uu tote,co
autor, dìe et debbiamo proporre*, fi
à
giunto
mt i'*C' allaperfettione ? Certo delfuòmnm tiapo-
fiofe non la natura
, oso
quel poco di
bène
>chi
-
da#n feti affettar fi può ,
osola
fatica dette
ttfeofferuau
, oso
gentilmente infieme teflitte
fatta compofittine. Adunque le cofe ; cheper
4kdè0td$t#e#fùvono ojferuate
,
erano di al-
evuiìfaqud di buono , che venne a cafo det-
osoeWMt#A4
ehrhMégitt»
elicti e ne avanti
j -
chetanti bei modi detti
a
fa * fùffero ofl'eruati
;
fi trovarono tutti inun
filo'* Ma dapoi quelli
,
che fi dilettaronodèi-'
Dartifirio
,
andarono di fecolo in fecolooffer* -
■Mando :
fi che
trorimdsfitoin mille tuffi/, antif a
1...,409,410,411,412,413,414,415,416,417,418 420,421,422,423,424,425,426,427,428,429,...516
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