Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 426

DELLA I M I T A T I O N E , i j r
fia de gli aniiilu uofìri. Adunque nel prime c.xiAo
pii
grado deurefie hauere ordinati tanti lochi,
c
7
;e » °,
potèfiero alloggiar non filamento l'Intorno ; m a . ■
tuttigli altri anim ali, che fitto il difegno e-
teffero cadere
,
accioche colui, che uoleffe pi­
gliar
le
norme di difegnar alcuno^ fapeffe an­
dar Va, dove a man faina trovarlo poteffe ,
N el fecondo, p erd io atvf i, dovrebbe effer
c<d- $«•»ufo
locata la differenza di efu n iimali per ilfcjjo :
perche altra confideration f i dee hauer volendo
difegnar un mafchiq.., altra volendo fingere
una firn in a
. N el
terzo la differentia per (*e fo
t t t 9
#
to , perche altrimentt.fifinge urihuomo mafclm
esse
fanciullo t altrimenti ungiovane, altrimen­
ti un ueccìno
.
Et perche la inferm ità, o la
~
fhvtchczza, la fin ità , o la robufteTfga batti#
granfomigtidnxa con l'età
;
tutte potrebbono in
quefio terfo ordine capere. N el quarto Aeti-
quarte.
rebbono effer pofiigh o ffci de g li animali : per
cioche altrimenti farebbe,da efierfinto u rihuo­
mo religiof i , altramente unfo tda to , quello Info
mile , quefio altero cofi in altra uiuflcìtxti»
cava 'lomdòmito
,
in altra uno aueZyp allagucr
r a , altrimenti un dato alle uit fatiche: Nel
quinto farebbon da effer richiamati non p u r g U ^ ^ tQ
*
fo r ti camenii di tutti g li animA i , le fa ttezze
per fino a i nerui,
esse
le magreZyS uicine a
quelle ,
esse
poi le quantità *
esse
le quAita delle
carni, che in quelle entrar pvtefiero per dar co­
gnitione di poterfar di cofi fatte note o empiute
di carne,
esse
per la pittura potrebbono effere ag­
giunti i colori,
esse
le loro nujìure,
esse
anco l*#~
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