Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 434

D E L L A I M I T A T I O N E .
^4«
fition tre cofi principaltfiime effer da o/Jèrutte,
l'età perfetpa
a
quello ,(he,è quafi fifio >
scecie.
La eloquentia adunque ha due fitcoky
lu n a , che riguarda il modello
;
l'altra, le paro­
le ,
s a
ilmodetto fialLi fua parte ò a molte cofe
,
come i configit
,
te m aterie, 'le "phfitoni
,
ie uie
tda introfiur fa/natetie , i trfiU a tig lik jjo n ti
,
*gli
argomenti
.
fifet le parole
, oltre, che
uanne
in tré pòrti d iu ift,
Tirano
alcunefigure di oollo*
catione i membri
0
elegature
, la lesturdl, lV-
preiriaà à numeri
,
.sa
Vharmonia: lequai tut­
te cofe con tdeune altre,che di dir m i rifervo per
fin o , che alla
R
egiafiAaeJìa piacerà,
s a no»
fo ­
no di mmor pefi, che quelle ,che te ho narrate,
«
quelle, che nel corf i del*craiione prefinte ho
propofio dt narrare
,
ti daran mano,fie ro $■£*? ■
gnere in alcun modo a quella fim m ifà^dfffo
qual potremo guardar in giù tu tti coloro fcìgf
jm \a la imitatiòn d'un perfetto
y
alla compofi-
1
ione uengcn ?
. D«
olmi, che non m i fia leatp
dimofirare dt tutte le dettexofi la facilita
s a ,
la p refie\\a
.
ma per fino d Qui v i baffi hauer
tntefo, che io hablia l'arme cinta} con laquaije
mifujjè lecito conpiacer del
R e, s a
che la leg­
ge di Chrìfio me lo permette/fi
;
m i potrei di­
fender contra quei, che a torto mi uanno lace­
rando. Quef ia arme, Erafino mio,m dififa mia
et della tua mente, laqualf i ben,che dallif r i t t i
tuoi difiorda quado nó mi farà uietato metter­
la a mano nogià per o ffedere
altrui,
ma,perche
io nonmi laffioffendere
;
fie r ocattiragli altrui
morfi mofirar colfauor di tu ttii buoni ignuda
a
I L
F I N
Ese'
L
1...,424,425,426,427,428,429,430,431,432,433 435,436,437,438,439,440,441,442,443,444,...516
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