Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 439

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‘O lii' T i I r
A i RE
H a
clementia. & /e p ltr vuole degna? di rito-
' nofcettida perfetta ; quella la dee certo ricotto
-
osoere
dalfia tel mio (liq u id i
,
fehon fuffeSlato
decufa to
,
fenofffhjjè S tato imprigionato
, sa
l'aio»
fuffiflato lungamente Hejla prigione af­
flitto
;
uoflra
M
aeftànòH havrebbe cagione al
prefente di ufare t i più eccellente virtù di tu tti
fé a ltr e R itb r d ift uoftra
Metesed,
che il pecca­
l o del primo huomo, fu cagione di miiouer la
<!tntfertcordta dt
Dio ,
chealtrimenti non ia ba­
erebbefatta conofeere y
oso
di mandar iljù o f i-
y jiu o tiin terta a'prender* t i humana carnè
:
^deUa qkalmiferiòordiaùfata cofi
, come
hauef-
*fe obligatione al peccato humano
,
non fold-
fm enteeol frrttìofo fangue del figliuolo la tifo
'* t/
4
nnutfò iìttaUpeccatorefece compagno dei­
sta c e lefleh ée d k ^ N ìtn è Sire sì dteràfritiìi-
* f e , sì Sbranò; ìfto ritM zla quefio Henrìftèr
^riari cbeyou faffid-fite^funife f dtco morifs
*im ritifero ,u n peccatore
r
vfd tiritifericordhi,
"per effer virtù troppo eccellente
j
troppo dtui-
Ana yft trova iti pochi
.
Varrà adunque uofita
*M aesta
a ’mondo untea
, en tn tre
nel numero de*
^trt&tii
>
o
de*
pochi f Vorrà ella piutojìo affo-
'migliorfi all'hudnto
y e/;e
è imperfetto ; onererà
'Dio fcbe'c joprn tutte te perfettroni perfettifii-
Kmo
? 'V
atrkpiu toflo uoftra Maeft^éfèqtritf i-
K condo iliejììm oniottun mortale ; che non può
*
feufittft di non effete peccatore,
oso
petauentu-
ra calunniatore
,
o per malvagia natura, o per
^errore
,
ouero per mettere in efecutione il cìtnft-
g lio di Qiefie Chrijìo nero D ìo
, oso
Intorno, tilt-
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