Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 448

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tiX £* fono td tt y che tutti coloro
,
chiné rie
*•
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nono, non altrimenti rim origano tonjùfi, che
quelli
,
iquali dopo lùiigti tenebre diueuì/Jero
jm pofentidificeu& ti abotidanlìfiiMà liète del
'
Sole
,
che lorofoprauènijj'e
. E nel i
uerò,feque
(li fufjero tanto dddUdeltaÙfjla,
che
no# potefi
fero netta lucè affìfirfi
y ifome'
potrèbbono dcUa
'
11 ssetd
luminofa virtù tener ragionamento ? *H of
^
rae
chiamo in teftimonio uoieccelfo, uoi altifil­
mo R e, per la *virtù del quale il nomelòrance-
feria tante uolte pojjèHuto vittoria Cori laude ,
'oso
non confrakde; per il cui'gloriofo ualore
spesse
uolte, la nobilita Franeefe ha portato' té
palme,
oso
leghiviande d i lauro
:
perlaquale
hannogemuto gli inimici , ne ui ha mai hauu­
to luògo lafortuna
-,
fenon quando perfalfi mo-
*
d i copèrtamentefe rie è u em ta a metter còntré
le uofbre lodi ilfuo veleno
.
Chiamo dieduoftra
[
Maeftk in te(limonio, fe quelle poche d ig r o titi
cheto render ti pofjò ; potranno effeòjMuififififi
nitla
, ae/ld
incompie nfibilefùd coffefìà córrijpbu
denti : & fe inferiori fermino , tertaraneór
1
nelle parole [che t i cofa ràpprefintar debbono,
mancheranno ; Ma qual pronteZfa d'ingegno,
quàl fiunte di eloquenti*, qual latita, qual dii- '
1
rea maniera di dire
,
potrebbe chiuder in fe la
buona mifmconli.i ufeita dal uirtuofifiimo pet-
I
to dì Ubfira Macfin ,
oso
non più tofio effer chiù- -
j
fa da lei
?
Spande Stire,fpandeU jpàciofi
ososa.
smniettfo lago delti dim enila uójlra ità lm em /"
fopra leriue fue ; che tuttede riscoperte,
oso
af­
fo *
f i
e/stf
;
1...,438,439,440,441,442,443,444,445,446,447 449,450,451,452,453,454,455,456,457,458,...516
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