Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 451

I L A l U ff
'feeftatemi i uofiri calamibagnati ne dottisfuni
'èmjnoftrt, che temprare [otite nelle acque Ca-
fh ilte
,
quando le uoftre fatiche g li afciugano
.
O
fottedttmaefirs di Corrieri diffionete hcmai
per le pafte i più uelvcA, i pm correnti cavalli,
khe potete, apparecchiatemi nonfollmente ap­
preffo alh pungentufimifpvoni cocentiflagelli
,
perche più toflo il corf i fortificano ma
jhrocur*oso *
u jfeposfibilet i d i aggiungere a ciaf(uno
esse -
piume
esse
aliprefhsfime, acciò non folamente
corra
>
ma noli uerfo Italia
,
& per tutta quoti
Sfaolando con la tromba dela uoce mia dinoti
gin tielem entisfim a
,
la Clmfiiamsfima, ti di­
u tia mifericord/a del cl m entisfimo ,d d c b r i*
fiùm hpm o
esse
dittino ReFtancefca /u ten d i,
attendi ; f a ti vango bora , bora [fon buona
U cinttidtlrm fo/m tm oR e monterò , bora
,
bo­
ti# partirò * .tijfarifp rim a d ite ancoraalcune
paròle) poiché torneggio itim io humanisfimo
Re cotrtanta humarit i rtfcohanri», Che*don**
titio * che prefitte fiiròio aytefiraMrttftàSirc,
pertanto beneficioi prima +(he di qui mi Iteti*?
no» le diffiiaccia; prego
,
che to ridoni a uofira
pòrtefia ti donato mio fia telio * Non puffo Sire,
lafaare maggior pegno appreffo.uofira
M
affla,
nel partir mio s che il.proprio fierielio.ùiM a
,
perchep a rta forfè# th è ridonando io t i ifleffo
ricevuto dotto i .fia ptrHimoflrare fohe quello ,
f a tu i
«
carisfimo , mi fu tin poca Stim a,dico
per le?ofe andate avan ti, quefio penfteronon
poter? cadere in uofira Maefia
: esseittico
dido
,
tinche fi dona m A c m m o do tfia i t medefimo*#
1...,441,442,443,444,445,446,447,448,449,450 452,453,454,455,456,457,458,459,460,461,...516
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