Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 459

i l *
R I M E D I
F /unirne
ardenti dt D ia, Angeli fa n ti,
Che laguardia di Francia inforte battete;
Et cong li alati jforti uniti fete ,
Ch'aigra» Re portan la corona auanti ;
G .
tim ifilili ttojlri aiuti tanti
H an lefo lafittile ,
s a
ampia rete:
Onde prefa al trionfo homai traiate
La Fortuna di
CARLO, e
i/uoigran vanti.
N
ùnica di uirtv cieca sfacciata
.
Q uanti languon per. te
,
quantifin morti,
Quante impudiche, e » dolorofi lutti *
T e
Dea diremo a
C A R L O
maritata
Cagion di tante ingiurie,
s a
tanti torti :
. L egrido» dietro g li elementi tutti*
O
echi
,
chefulminate fiamme
s a
f r a li,
Hor
che uolete più dal petto mio ?
Mofir e l mio cor ,
s a unsero
il mto de/io ,
4 2
agion deluofiro ben , & d e i miei midi
*
G
ia feorgo in uoi con l'avo te fo ,
s a
Vali
E
t con l'ardente face il picciol Dio
;
Et
par che m i minacci flato rio :
M
a prima (oime) non ui mofirafte ta li.
Z t fenon che Cangelicheparole
P
rometton pace a chi l'afiolta
s a
ode ,
Mi.rimarrei d'entrar in tanto affanno
.
M
a chi le utriù uoftre uniche
s a
fole :
Chi la bellezza
, s a
I'altre uoflre lode
Farebbe conte a ifiecol, che verranno
?
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