Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 469

C
/a n meraviglia l)ehì/io
T
ofcana
Musa
,
Quando [u d ì trd i beifioriti colli
1 Dei
chiamar cong li occhi tu tti molli
,
Ornandoti A m arm i,
oso Arethusa ;
A
cui tenendo ogni altra Ninfa efclufit
,
Lafciafii prender d ì uicini crolli
Q iie‘
vaghi ponti', ch’io già indorilo volli
V '
pende'ancor la canna mia delufa
.
L
unge era Emilia :
oso
uòi Emilia voi
Dal
Re
da'fium i
, oso
dal
T
efin felice
Dimandavano i p in i
,
e
i prati tofehi
.
D
imandauan pur uoi cogridi fuoi
1
M
ir t i , le Ginefire
, oso le Mirice ,
E*
imparavano Emilia i laur*, e i bofehi.
L ofctolto dir de la purgata uena,
Che con l'util taihor tempra Fhonefio :
O
fa'l giudice irato, allegro, o mefio :
O
loda, o danna fempre ad onda piena
;
N
on dee dar a chi afeoIta indugio
,
opena
N e
fa r fentir alcun fenfo molefio
,
A
n?/ chiarofideadente
, oso
manifefio ,
Come è il bel f o l
,
che t i bell'alba mena
.
. M
a la
Musa,
che al fuo diuin poeta
Lo Siti impenna
, e
infiamma le dottrine
,
Lo
lena accefo al del con altri uanni,
O nd'è calor di cofa ogni horfecreta
Sotto ah di parole pellegrine,
Jilflrouandjgentil, nobtl Giovanni
.
1...,459,460,461,462,463,464,465,466,467,468 470,471,472,473,474,475,476,477,478,479,...516
Powered by FlippingBook