Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 472

S
fin to , c'
1
)a il foco ne la ierraclnufo
Gli argentati
, oso
fulfureiflir ti al cielo „
Congli humìdi itapor, col dolceg ieti
Che'l Sol attraffe 9leganfila fufo•
E
t mentr e l'ombra
F
eho tien efclnfo
,
S'aggrauan tanto nel notturno uelo ,
Che pria che torni il grande honor di Dolo
f
Siflargon fopra t uaghifior quagiufo
.
P
crchc ti pioggih d'or, in chefu Gioue,
Et la terra
, oso
ti u ite, e'I mele ancora
H
angli medcfim ifurti fempre amichi
G
ia bell'aere ha picuuto,
oso
più non pioue ,
Già parte a uoi ti rugiadofa Aurora
,
Care A p i, ufcitc homai a i lochi Aprichi
.
L*
arm e
,
c'hor al belfianco almo terrem
Rendo
n delfol la luce sbigottita ,
Ei tnobil più u e titi, c'hor partita
Van t i fatica a Fonde del Tirrheno ;
S
cn le cagion dafirm i uenir meno,
N otigli altrui niorfi
,
non ti tela ordita
Ve la coppia malvagia al mal fi un ita,
V'ifituro infamia, infamia al piecroi Rheno:
M
a noi flirto dinin ,flagel d'errori,
Vtetra (aera a natura
oso
ale flette ,
Fatta dì Febo a itar,
oso
delfuo fluolo :
L ofld armate d’ire
oso
d i furori ,
E t folniinate le due linguefelle
Si 3cbelJùon vada a l'uno
,
cal'altrépoti.
1...,462,463,464,465,466,467,468,469,470,471 473,474,475,476,477,478,479,480,481,482,...516
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