Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 474

D
ale
due
luci uofire
,
an%jde!cielo
Vn angelico
,
altero
, s a
caldo nembo
Di
fj>/rittlli ardenti
Piovefoaue
s a non
l’offendegiclo i
C iafun porta nelfuo beatogrembo
Perdoni
sa
pentimenti
O mejfaggier cortef i
,
aititi, lucenti
,
C hifm t a
me del fuo theforo avaro ?
Q jtn l è vago ilfetftier dt latte puro
,
Che jegna il etcì
,
poi c’ha d fr a tto i lumi
N
e la notte più bella :
T
al pietà nom a al maggior uofro^ofeuro
P
ien di R eali
,
accefi
s a
unti acum i
,
Tra
luna e ValtraJìella ,
O tiirtu
,
che’i rmo corfempre rappella
Mi terraifempre in quefio flato amaro ?
G tVl
Pelfinio terren lieto contende
Col cicl ottauo dt beUeZgfo eterne ,
E
’l nudo Autunno pa r, che tuttofu trn t,
Tante a lui pompe l’alma Fiora tende :
V
ngiovanetto fol lefe lle accende,
Ovunque g ir a ,
s a
le fm arrite e’interne ,
Soffringe
s a
quafi al mondo alte lucerne
,i
Perche non s’efea dal camino, appende
.
T
ai volgete igrandi anni
, s a
li maggiori
D iffero
a
i f itf i
, s a
a l
rotar d?Apollo
L e
parche di fatai confentimento
.
G ta
verrà il tempo
;
offrirà a i grandi honori
O del arbor dtmn caro rampollo
Nuovo di
Gioue
s a
grande ocaefcimento
1...,464,465,466,467,468,469,470,471,472,473 475,476,477,478,479,480,481,482,483,484,...516
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