Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 479

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D E* V E R B I
delle
membra fu e
, «olendo
figmficare [huma­
na pelle, che il TetrarchachiamandolafcorZa
,
nel nero
e pia
honefia
esse
più piaceuole,
si per­
chefi
haueua a moflrare mutato in lauro :
esse
f?
per effere da Platone deficritto
l
*Intorno per
un'albero riuolto
.
Appreffo nifjùno trafilato
perfe pronuntiato tiene uirtu di trafilato
, mae
d i proprio ; che pronuntiando vagina fen\a al­
tr o , fida ro[fignifica il fino proprio ; cofi que­
fia uocefcor\a
; essesolo
nella teffura della com-
pcrfitiune dimofirano effer trafilati
.
Nondime­
no noi per l'imprefa nofiìra
«
olendo fegnire piu
Caltrui che'l nofiìro ardire come fiempiici
, esse
trafilati fernplici conferueremo per poterci cofi
di loro feruire come gli Autturi f itto hanno
.
Traitotlo*
la
trafilaticne fiipuò fare ad uno de* cin-
»ie
a
qiian
qUefu detti m odi
. E
J'empio del primo
,
s'ìq di-
puosare* coso* »
che Acuno huomo corretrio m laffe
,
per­
che da uno animato ad altro farebbe tradotta
.
Esempio
del fecondo
,
le riue offrenare i loro
fiu m i
,
perche è tradotta dal fieno che è inani­
mato
,
a ifium i parimente inanimati. Pfem­
pio dal terZo
,
rider ifio ri
.
Ffempio del quar­
to uagina delle membra . Quinta maniera
è
quella
,
chefienZa partirci da mio medefimo in­
dividuo
,
traduciamo quello, che
e
di uno mem­
bro ad urialtro
,
come il parlare, o'I tacere
a
T rtih to
occhi. Conofcerafìi adunque il trafilato
ionie jj
co dall'Homonimo in quefio , che non come l'Ilo-
nostra dui.-
mommo tien fofbefo chi Vafcolta per la fua ua-
HhoinoNi
c
r
f
^
ria fighificatione, che pronontiato, richiedere,
l'huQiìio non puòfaper per la doppiafuafignifi-
1...,469,470,471,472,473,474,475,476,477,478 480,481,482,483,484,485,486,487,488,489,...516
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