Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 485

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D E * V E R B I
quitte che farehbono molefie a g li auditori
, •
quelle che darebbonog ra vezza a' D icenti,
Mae
¥ ~ s l Boccaccio , che fu Jfrefio
Poetae
in profa
,
non
in prosa,
fi haguardato di ufiir fuori delle dette tre leg­
g i infognateci da Hermogene. Et a noi è pia­
ciuto per due ragioni collocarla [abito dopo ie -
pitheto
,
prima perche effa talhor e pofla in una
voce
,
talhor in più : in una noce come,
T
itide,
Velide
,
l'impio
,
il Parricida, Venere
,
o Amo­
re , o fuoco per Tamica, in più uoci
,
come
;
Il
T a for cita Golia ruppe lafo n te , per
D
auid, ,
ttgltra perche qualhora prefju la circunlocntio-
nefi pone ancora il circunfiritto ,fem pre la cir-
CfreonJo
*cunlocutioneper autorità dt Quintiliano
e
da
quando*c
e
0
er ^cim ata epitheto : Ma n o i, o fia , o non
da
effer
fia appoflo il circunf ritto , hauendo rifoetto d
epìthcco
temt}*
>
che di lei ci vorremo firn tre , ferà da
noi fegnata come perifiafi
.
Appreffo
e
da fa -
pere
,
che la perifiafi di più parole alcuna uolta
endnude uerbo, alcuna uolta non ue lo inchin­
ile
, CWe
Ouidto nel primo ufandula intorno
al nome divino otto vo lte, le fet la fece ferifa
nerbo , Mundifabricator , opifex rerum, mo­
derans eu nda,
Rex
fuperum, Kedurfiiperum,
calefi e numen ,
Qui
cclefha fccptra tenet ,
Q u i uagafulmina m ittit
.
netti quali due ulti­
mi luoghi d nerbo
e
inchiufio
,
come un de’f uoi
componenti. Ma niffuna maniera delle locu­
tioni
,
chefeguono , poff'ono effer ferifet uerbo
neramente,
sa
li fu detti luoghi poffono darci
m a
, sa
da conofcerla
, sa
daformarla
• E
fa n
pio del primo , come[empiice,
T
itid e , ma co-
1...,475,476,477,478,479,480,481,482,483,484 486,487,488,489,490,491,492,493,494,495,...516
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