Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 495

hot fptto m o ,h o r fiotto urialtro uefeimento
.,
c
he cofi tutti li paefi del mondo per l’ordine della
cofinografia per noi meraviglio]àm entefono di­
fettiti o tutti gli offici
,
& le conditioni dt tu tte
le perfine; fiche cofa non può ejjer imaginata
in cielo
,
in aere
,
interra , m acqua
, s a
in
abtjfo y cl?e nel. nofiro libro non po/Ja hauer (nè­
go p erfe
, sa
per quella parte di lingua accon­
cia a renderla nianif i f ia
. JVJae
prima ch’io prò
ceda più avanti mi darò ad allegare le due lo»
cationi da noi fopra in ejempio addotte
.
Dico
adunque che g li nervi detti optici, perii loro
inconlramento pcfiono
essere
accommodato luo­
go della prim a
, s a
efendo da g li antichi dato
alla uola,
c
he
e
nella canitarietta mano tutte le
violenze
,
onde è da alcuni a Marte fuppofia
,
cotale luogofin za alcuno errore potrà riceuere
lafeconda.
Ne
quefii nofert luoghi fono tali
che per impofittone nofira qnefia o quella cofa
habbtano a lignificare
,
quali erano quelli di
Cicerone, che cofiforfè a noiJ'artbbono menda­
ci ,
s a
talhora di loro la memoria ci potrebbe
fuggire ; ma o per loro natura mofirano la fi-
gmficattone , comegh occhi il vedere ,g li orec­
chi lo afeoltare
,
la lingua il parlare
, t
piedi il
cammare
,
benché talhora cotale natura hab-
bia hifogno di
essere
aperta, come quella del
-
Tambihco ; dquale perche nafeiuto l’huomo cefi­
fa dall’ufficio, che haueua di porgerli il nodri-
m ento, m lui capirano per locati tuttig li ceffa-
menti
, s a
ripofamentt dall"opere
. Et il
fini-
firoRene no» effondo dirim petto d defero,
1...,485,486,487,488,489,490,491,492,493,494 496,497,498,499,500,501,502,503,504,505,...516
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