A L S. B E R N A R D I N O JFRAT INoso
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A c v e A
ho intefo alcune eia*-
j
ce, che fono Siate fcritte
, esse
a t-
I
taccate a
P;laseri ;
lequalt erane
se-
^ _j
g rificatrici di uiolativn detta no-
\ sera
arniona . Deh Signore
M.
Bernardino,poi
che non è pofithile a metter fieno a lesfienate
lingue, che hM tdm o noi afar.altro
,
che a do
lerci della loro mala natura,
esse
ad attender a
conferuar inuiolahile l'amor nofiro ? lo non peri
fio ad Atro , che a poter un giorno mvfirar a
V.
5
.
quanto io l'am i,
esse
offerti
. Mi
fcriue an
cor
P
ompjlio di alcune altre cofe ribA de,
esse
tace quella, che Cuca mi ha detto
. Io
ogni
mo
.do
debberò prima ch'io uada più auanìLtl uiag
gio m io, di far ritorno alla patria
y esse
mofirar
ad alcuno, che a torto mi fa ingiuria!-. Tn que
fio meZo
V.
S.
fiia fana
#essedoso?
ricordevole
coygli Mag.fuctfratelli,
esse
am ici.
Er
degni
-
a nuo nome falutar lagentile fua, Sig.Vio. E t
il mio
Mag.
Signore Q uin to. Di cui già A -
quantigiorrijo b e lli una amorevole letterina;
esse
ne rwgratio, che le piaccia ricordarfi di m e.
Cesare
piglierà la corona diferro il dì della C a-
tedra di San Pietro , (Er otti.
14,
riceverà quel
la d'oro,
esse
fera il giorno detta fua natività
9
esse
giorno della vittoria contra Francia. Vuoi
mi , che
V. S.
non fi trovi a tanta fefia . chi
quanhmque Bologna fia piena di C orti,
esse
dì
Principi, nondimeno tv haurei lanuto una ca-