Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 506

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r i
anticir i
,
ìqualì ntofii filam enti da quefio ne»
me guadagno, f i davano a creder, che fojfe
cofa malvagia & non honoreuole. il perche
Fiatone iiuluce Socrate, dannante le predette
faìfifim e^efnoni: dar quefi a nera definitio­
ne } c!)e'lguadagno fufife ogni pojjcfiione di he
^ifcTfrfmwdi slim a
,
laqual alcun pojj'a acqui
IL
*lar o con nejfuna fua fisefa ,.c con tale Jpefit,
[
c
I
k
g li rendefj'e.fruito maggior della Jpefit
.
Adunque
,
unico fojlegno de g li /p iriti miei ,
\
£*** Potfte dalle predette effe conofcer, che!
uoflro honoreuolifiimo nome
,
nelqual Pinchi»-
r
de il
guadagno, tiene nelJùo hitritificco cofa aro
*
ticlrifiima,
s a
piena di laude per teftmonio.di
Socrate,
sa
d i
Plafone :
i quali fi lontanano dal
m lgo de Filofio/anti, che
V
nome del guadagno
tiene a v ile . Fenfo, che uojìra nobilifirna Si-
gnoria ancor nella uera definitiori di Fiatone
troui nella nifia alcun fojpctto di m ale
,
per
quelle parole ferina fpefa : ma certo, fe ltr a -
ria/fio della peregri)uiticn con quefia
Corte mi
desse
alcuno (patio da refi?iror
;
io far et veder
a
uojìra lllujbre Signoria la detta definitione
effer hcncfiifitma,
s a
tanto uera
;
quant o io fon
Juo uero feru itorech e nefjùna cofa in quefio
mondo è più uera » Et fe pur uojìra Signoria
hauejfe alcuna ombra dt j'ofpetto
;
io la prego
per ta fua nobiltà, per la Jua grandeZg^i, per
le fue incomparabili v irtù , degiù fivrfi metter
tlattanti Puipparco di Fiatone
, s a
conofiere col
fuo candidifim o,
sa
altifim o giudicio qutild
ucnta , ch’io difidero le fia palefc.
s a
tanto
a
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