Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 501

f
norfi ne anseranno nani
, oso
quando m i par-
ta dìfa r loro romper li denti, non mi mancatto
d i quelli
,
che ad un cenno lofaranno.
Ma
rin­
gratto
D
io
,
che non mi ha dato fi vendicaitua
tintura, prego ancora V .S .c h e
,
tjuawib mi
frouerocon lei non entri in quefli ragionamen­
ti . ClyriJ}o dia kro la diritta mente.,
oso
a
V.
5
.
tutto quello che defidtrano
*
D i Bologna
esili.
X X
di Sett. del
x x x IL '
A
L
M E D E S I M O .
I ! N d o
io rifonder a
V. S.
fa pertinente al cavallo di
M.
ìdicl nofiro Braceietto, ho ìnte-
, che egli è
7
iato mandato g ià a .
Ferrara : il perche
V S.
è libera di quefia
amorevole pefo
. Io
fero tofio a
P
adotta,
oso
co
fi con la venuta miafatisfarò al defiderio m io :
ilquale non è minor di quel di
V. S. di
vederci, .
oso
teneramente abbracciarci avanti al partir
nofiro
Ìlqual già
e
vicino yfe Dio non ci man
da maggior impedimento
.
Ringratio
V S.
del fuo buon animo d'intorno al fatto di
Me.
Georgio t Ìlqual inuero, non hauerei mai collo-
tato appreffo altrui, fe prima i o non bauefli
intefo il piacer fuo . Con quefio tifeio
V . S.
con molte m ie
,
.oso
humili raccomandationi.
D i Vitretta
atti 19. dt Cenaro
. I y j j.
1...,491,492,493,494,495,496,497,498,499,500 502,503,504,505,506,507,508,509,510,511,...516
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