Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 491

D egli
ifrum enti corporali, mentre g li kutto
-
ri prendono per luoghi effe parti del corpo
,
la­
qual uirtu nel nero molto può
, nel
fa r quafi da
g li occhi uedere le cofe .
Come,
Mone/i il
V
ccchierel canuto
esse
bianco,
ìndi trahendo poi l'anticofatico
.
In
fomma drizzata la mente ad effa natura,
quella nelle figurate locutioni ci fiera ottima,
rnacfira
.
f
h
M. M A R C A N T O N I O
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L
A
M
I N
I
O.
O t e 5 s’ i o M.
Marcantonio
mio per lettere dimofirarui la bel»
lefjtyy e*l valore del libro
,
liqua­
te hauete in defiderio di conufiere:
che prenderei fermafperan\a per me^o uoflro
tti ufiire della miferia , in che
, per
non abban­
donar lu i., caduto mi truouo
..
Et in uero fiele
pr.efenti parole del Magnifico
M A
leffand.ro
M
anzuolt compagno di tanta fatica, nonni
hanno potuto di lui far pigliare alcuno affig­
g i o: fi come dal nobilifinio
M. Filippo
Ober-
mairo ho intefo ; come le lontane mie potranno
mai ?
Ben
fio io , che effeiuto dalla prefienz<t.
uofira diuifa , l’opra è come impofiibile per
adombramento , che fi faccia di. le i
,
poterti
mettere innanzi della fina diurnita la forma
grande,
esse
dell'ordine l'utilità maggiore
.
Che
f e acutifinrn è de gli A tri fienfi il uedere , con.
fin ddcttvfi) conofiamt»to fi
appwAonp ti co-A
1...,481,482,483,484,485,486,487,488,489,490 492,493,494,495,496,497,498,499,500,501,...516
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