Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 473

iScr
T
crche li numerofi ahi concenti,
Che non capir nelfin del tbofeo m etro,
Mentre io rifpofì a quei del ditun Pietro ,
Trowo
nel tutto ejjer da noi prouentt :
V
erran de gli altri a nofìra lode intenti
,
Qpiai
dal bel crijlallin liquido uetro
N on fajjofo
,
non turbido , non tetro
.
V/
dan le
M
nfc per dolci alim enti
.
D
ho
, o g e n til
, o
mio honorato Varco ,
Che noi varcando già di colle
,
in culle
V i condujje ad Apollo una del choro :
E
t eiferbati folglt fr a li
esse
l'arco
D'bumor celejle utfe tutto molle,
Et
diè
ti
cetra a
uoi
diede Pallor
9
.
«.
D
ovna, che col p a tt
T
uttio andate a paro
Del nome
, esse
del bel dirfacondo
esse
raro
V aurea, jèlice,
esse
predofa ven a
,
Cheforge del diuni candido petto
Con nuouo mormorio
Fra refe,
esse
perle uriaura dolce mena ,
Rifior di dafeun nobil intelletto
Stanco d'alto defio
,
O
di Ninfa celejle unico rio
Tramai per
tuo fin rar
l'aere mio chiaro?
D a ti
1...,463,464,465,466,467,468,469,470,471,472 474,475,476,477,478,479,480,481,482,483,...516
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