Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 463

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®
R I M E D I
S
parfo d'or l'arenofe ambe due corna
Con lafo n te di Toro il
Re
de'fum i
A
la città volgendo iglauchi lumi ;
Laqual ilferro del fio nome adorna
;
I
n forbito oro il ferro tuo ritorna
Parue
diceff'e
,
èn buoni i rei coftumi
,
Etg li
honorffentì in tanti accefi lumi
;
Po/ che*/
Sol nuovo in te regna etfoggiorna,
O domator de
*
rnojhi
3
o
fin qui
Sole
,
Monde y ch'io volgo a cenni tu o i
,
benigno
Ri/guarda
;
et co tuoi[guardi ogrihor rifcì)iti
A
lfin de lefue tacite parole
(rd.
Ogni riva fiorì , cantò ogni Cigno ,
D'orf i fe'l fico l, l'aria y e l’acqua chiara.
f
oi che r.ilta fallite d*ognigente ,
Sangue
s a
fudur piovendole dal uolto
,
N el
uel/lam pofi, che la D om a fciotto
Dal crin le porfe me/la
s a
riverente
;
Q jtafifem phee dgnel puro innocente
v
Fra mille morft d'affrri lupijnuolto ,
Come poteu benignamente volto
,
A
lei diffe cong li occhi
sa
con la mentei
A ruma fola moffa a miei m artori,
Dopo volger de luflri tornerai
Col ver ne primi accenti, in ch'io rijùono :
A lì)or in carnefeoffe d’atri errori
La m orte, ch'io fofiegno
,
fenderai
;
Et
io la dottorò dal fommo Throno
1...,453,454,455,456,457,458,459,460,461,462 464,465,466,467,468,469,470,471,472,473,...516
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