Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 446

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F R A N C I A.
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Tbimn.o potejjc effer, uedutfa Q fe
qunseo fu/sa
liberalisfono
trebbono al pre/ente uedéreìadiurim iptdgine.
d i fe medijtma federgtel pfo.alto luogo defla-
trima m ia
,
in quella
M
aefta & rii quel pietofo
atto n u i quale dm aggipr m fabìfigm la b a v e
^ duta ,fm
\ 4
hauerfeneg muovere mjirjgìamaj,<
' s a
li mede/imi sechi
suo;
ft- potrebbono vedere,
davanti la fedeli mia cofianz#. trasformata in
un facro altare ,, fopra ilquale ancor doppila
morte mia collpctóeflat& i{donofattomi
,
lega-,
toforte nel me%$ fa n u n ^ fo di una indifj'olu-
bile catena di obligatione
,
tdqual con
l
*altro ca­
po tiene
,
r y terrà m perpetuo circondato il
collo defl!marno mio intcriore
. P
otrebbono an-
m g li TJtefii .occhi veder d'ottanti alla detta,
imagine tutti i miei ardenti finffi'jffltffgifin-
défga t
sa*
alla m if ir ic o r d ia im ^ f ^ ^ in
perpetuo dedicati lucer
,
comefaefiftnfidffiqua
/ae.
r
f
,
che ftono J p w ti dalla infeìJàéiktm ffddriZa
delle lagrime m ie
.
che piùdirò^ 'rMóJhimi la
via dej ringratfere. ta ìflefft gran déziàdd
he-
& ficìo , & .m #lflnioftri Tfinórédri qrrel beni­
gno
R e,
(he il benf i ciò-hafatioV O A rso te ­
le j o di altifiimo ingegnò philofopho, o unico
trovatore degli fecret» di natura
,
come véra la
feiafit f r itta quella finientia
,
nella qvtil tu
tieni (oliti
,
che ha fitto )l beueppò f/tm ar mag
g ì ormente il beneficiato 'di Quel* che-ilbenefi­
ciato amarefiùpU f erfiùfil èie fatto Jmbbia il
1...,436,437,438,439,440,441,442,443,444,445 447,448,449,450,451,452,453,454,455,456,...516
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