Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 440

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/
D I F R A » G t ‘A.
tanoda ogni macchia ,d a ogni livore ?
Noto
tà ella, che dimandato da Pietro,,f i f i t te uoltf
haueffe a perdonare al peccatore
,
g li rijfofek-
Non
t
iti dico fepties), fid'fiptuagies
fip ii
es
:
lafciando fcritto in altro loco : N o ti mortem
peccatoris , fed ut convertatur
esse
uinat ?
Po-
jmamo adunque : che il f i atei mio habbia pec­
cato
, che
( certo io non lo ho maiconofciutoper
tale
,
quale gli aecufittori lo dannano} nonni*
g o , che io non [habbia conofiu to , per huomo?
che jfefje fiate per cagione dirifiutare ha prò?
poflo delti cofe
>
tiquali e(fo ueramente non pie*
ne ancor che fujjèrà Siate altrimenti 'interpre­
tate
.
Foniamo dico ciò da una parte
, esse lae
feuera giuflitia dall'altra,
e
la mifericordia : a
qualfi dee il clementifiimo mjó R / appoggiarp
fa tto alla parte piùJicura di pacete aV io:
esse
fe ben lafastaferitturafajfpeJJ'o m&tfone delia
giuflitia
;
ella non *però interpretata dafqpim
Ji.per quellafeuera giuflitia# laqualeAelflpm
i Principiufarecontrogli ofimati delinquent*#
in manifefiifiimi errori,
esse
non in quelli , che
fono poJU in dubbiofe parole
,
interpretate dà
accufator ignorante , & da chi non intende la
lingua Italiana,nella qualefilo può hauer parla
to tlfiatel mio , perche t i giuflitia il più delle
uolte è prefa da prudenti per ti bontà, comefa
chi meglio intende ti ferittura di m e . Potrà
dir
V.
Maeflà di non poter mancare della pa­
rolafu a* Certo ,Chrifiianifi.Re, quando an­
che ti Maejlà uofira mancajfe della m inaccia
uoi parola fu a
-3
ancorpiù J ì afimnfoiarebbeyt,
L titj
si*
1...,430,431,432,433,434,435,436,437,438,439 441,442,443,444,445,446,447,448,449,450,...516
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