Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 421

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T - R A T T A T O
crett,
a quali ne la natura
,
ne l'arte può per­
venire. Ne dal gnidiciò di
7
.enfi debbiamo
noi dtuenir prefonttiòfe nel levar da m ù tile
parti più belle
oso
come fece Cicerone
,
o alcuno
altro pétfetto : perche quejìa fitticain tutte le
generationidello fido cff'o di hauercela adom­
brata prom etti, cl>e Zeuft non fece fe non in
quella
,
che una bellifiima giovane rapprefen
*
tar potea
.
Et al prefente io non intendo
,
che
i dati ejfempi fi fendano fopra tutte le parti
dell'eloquentia, mafilamento fopra le parole
.
Debbiamo ancor penfar
,
che Ciceron, fi per
effer nato nella lingua Latina
, s a
perhauer
fatto fiorir la fua e tà
,
laquale ancor per molti
altri ingegni fioriva; come per hauer letto con
grdnde elezione gli autori
,
che erano andati
auanti
, s a
per hauer conuerfato fim pre con
buomiiu pieni deficientia , di buona Lingua
,
s a
digiudicio
,
ad alcuno de
*
quali batteva an­
cor fatica dt fatisfare; che egli habbia faputo
con maggior prudentia coglier le bclleZj(e della
lingua Latina,
s a
leuar via le parole troppo
popolarej'che
,
o comiche
, o
dure
,
o già am i­
chette ; che non farebbe uno di noi non nato in
quella lingua
,
non dt tanto giudici o
,
non tifo
con hvomtni di tanto fenno :
Et
f i li Scultori
sa Pittori
del prefentefecolo haueffero non pur
l'imagine di
Z
euft
,
nella quale fi vedeva quel,
che conueniua ad unagiovane; ma tutte le per-
fettioni de' ftmulacri, da quali poteffèro coglier
tiltte quelle p a rti
,
le qual conueniffèro a fin ­
ger non pur l'huomo, ma tu ttig li altri anima-
1...,411,412,413,414,415,416,417,418,419,420 422,423,424,425,426,427,428,429,430,431,...516
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