Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 414

j
DELLA I M I T A T I ONE.
mi
non pur quelle, chef i appartengono allefidentie
tu tte
, esse
atte arti nobili,
esse
medianiche. So
ben, che quefiemie parole partoriranno m a-
vaniglia,
esse
faranno g li bitumini increduli
»
perfui che l'effetto non venga A fenfo: pur pre­
go quei, che quefia parte leggeranno ; itoglia-
uó effer contenti d'uri
e
fempto
,
ch'io forò fan*
rt
>chiaro, che ben potrà dar tndicio diMenta
V
Auertifian prego ; prima.,{he. fiiffèro\ trovato
le uentidue letterefa i
nostro
Aphabetofoè'aU
\
cun fi fitffe ofierto di dar uentidui caratterifa
conti quali poteffèro effer notatitutti i penfier
nofiri
,
co quali tutte
le
cofe
,
delle quai par­
tiamo poteffèro effere ferrite : non farebbefiato
beffato?
esse
pur veggiamo ,che quefie poche
I
lettere, chefon ne l'Aphabeto , fono baflanti a
ejfnmere tl tu tto
,
Et la prona, che
e
tutto
dì nelle mani di cJ o r, che. fenuonv
>
n cfiim a -
tufefia fe d e . Appreffo
,
fe dapoi Aie f i trono»
v o m ì librigià f r i t t i
,
funse
Jmarrito ìlnum e*
ro delle lettere dell'Aphabeto ,
esse
che alcuno
noleffe prometter di condurle tuttefuor de i libri
a certo
esse
picchi numeroffarebbe egti uccellate
da quelli, che meriterebbòito maggiore uccella
v
mento
.
iquati ueggerulo t libri pieni di lettere
fi darebbono a credere
;
che tutte fuff'cro diver­
ti >
0
chefcriuenào non fifaceffe ffeffò ritorno
atte medefinte. So ben io , che mi btjfdnafa
-
prefinte, prima che non veggan oalim ùdìe
parole, tutti. quelli a orecchie< fo e qt+alieue»
nutoquefio trovato mio.;
esse
purè+uero,. A p-
r
preffo
,
prima ,.chefuffero fla ti ved u ti/p r/d i-
K
iij
1...,404,405,406,407,408,409,410,411,412,413 415,416,417,418,419,420,421,422,423,424,...516
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