Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 406

D E L L A I M I T A T I O N E ilj
topicamente dee effer molto fiu io neltA>ando»
nar le cofe
,
chefuj]ero troppo foprd lau entfa,
qual farebbe quella ,fa r tremar le fio n d i,
esse
maggiarmente ìquella fe lie i fijfqri crollilo i
bofihi : parimente foefia
, Vjle
figura tllagrfc
m a r
,
portargli occhi m olli, o hauer g li occhi
tim id i
,
nafte daìconfeguenti nèceffanj : im -
»ap&V
t
ìA ititij
fchenon fifaccia»
“ f i
...
petto
;
quefia figurahaueru uigore : & pondi-
meno non nafeerebbé da confeguentìnecejjarif*
ma da gli aggiunti: perche può ben pianger
n alcunoferina bagnare il petto o lijerba. adun-
*
que quefiafigura amplifica
, esse
quellafolamen
te può dire il uero
. Ecco
Virgilio volendo ite»
(lir [inferir di figura
T
epica
;
non pur ff ffe jt
loco neceffqrio de confeguentiJfa'afioco afi»
preffi quello d e g li aggiunti 'dffitòeroclieuo»
lendo dir , che nell'orno pptouafffer inferitoti
pero : rigttardo^a quel
,
w ffio teiid cdnfefiuì-'
f e .
Penso
pero
inferito neìTorno
,s e
'tiaùèuajffÙiuer
;
faceva
bifigno
*
chefieffoTorno diuefoeri
4
bianco perifiori del
pero. Mahauendo a d ire , che nell'orno pote­
va eJJ'er inferitala quercia; miro non al ne»
affario , ma Al'aggiunto
.
Dijfe adunque,
chei porci fpejfio urtino d fi/ig e r le gJiirtAo
fotto g li olmi :
gjP
nondimeno nonjeguefot
nei '
fefiita quello [d iT à ic h
*
percipaie pgirfabl)/
J f c .
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