Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 399

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Gtcerot lal$ngua Latim a tu r ili eccellenti &
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co
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co
jom m u a yu iep o te
.
Alpercbe tutte le altre
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'Q t jW ctdenti
esse
feguenti hebbero deWimper»
I
Llnpie
'Jfettds »EtficrytegUo
dir,
la lingua di tempo in
i
aw& jfacendpfipii» bella* fi che perfin *
«lorea p
od#*uenne al n tt/o cerchiofeto ctafcuna fucce-
oso* po'
dente età
usò la
lingua della puczd&ats^epalr
cuna conettionc
.
Ver tiquJTcoflt fi può com- xT~ \
prendere
,
come fiano mal configliati color ,
che di tutti g li autori uoglion levar la lingua
confufamente
.
percioche potrebbono appunto
pigliar quelle parole >che dalla perfettietàfu -
ron , conte vecchie alandonate; o quelle, che f.
declinando*!? lìngua
,
da radicegià priua di
oso
littoritdgor fenZ* molta bellezza fottonacque»
oso
r o . Terfin chejlgenitifccolofu nelloflatofv o t
la lingua era come uria 'ghirlanda tejjvtada
le Ihfum a uergine : nella qualeghirlanda erano
alcuni fio r i, che fempreff. mantennero yaltri
per la lor debolezza non poteron um ett ai pari
con i pinfo r ti
. I
l perche la uerginexan giudi*
riffa mano andò buon tempo *fecondo U bifi*
gno , levando i languidi,
esse
in lor loco ripa*
nendo dàfirefichi ,Jenzaguaflai g li M in i delti
ghirlanda, Ma poco dopo la morte di Cicero*
negmort la uergine, che hauea jugotiernoia
ghirlanda
:
p e a d Attori èd ato fare
s l
medefi­
n to, perche anco da radice èdel tutto fecco il
prato launo , nel qual piti non nafcom i fiori
>
di che la rinfiefcata ghirlanda tutto di pia
meZgiofa fi nedea
. FA
fe vogliamo godere di
yu ri f io r i, poi che n<$p.poflono
enser
piu^col*^ ^
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