Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 392

D E L L E M
a t e r i e
,
i
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Che
fanno meco homat queflt fo jfiri}
*
^Chejufcean di dolore,
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. E
tm ojkguandifore
'< w .
~
La mta. angofoofaxy difinctata aita ?
S'auien che'l m ito in quella parteg iri
Per
acquetarti cere,
;
*.«♦#..
; se* - »
fa rm i ueder Amore .
. ^se
• Mantener
m iT ^ ja n
>
fjydarm itiùtd
« :
. Ne
però trovo ancorguerra
Ne
tranquilla.ogni fiato del cwW i& p
>W%.
Che più m'arde il difió+'fa
34Vsevsoso*
' \ ;
.
.Quanto'più lajperanfa m'afiicvra.
i v a
^ • *
Direinon pur per le dette cagioni} ma ancor\
per effer amor un dolce amaro per tefiimonio
Amore c
dt Tintone
, il Poeta non
hauer in vita dellafua
donna hauuta letitia piena : ma troppo fip ra
quefia parte dim orarti
.
Adunque pergiugriér
alfine del propoftomioj dico che la trijkZ ffa
,
che egli hebbe detta morte dellaffua Dorina , fu
tale
;
che quella*, che fen tìn ellau itddikicdu -
fata dalle cofe predette, cra/molt« inferióre :
conciofiacofa
,
che;la trifìéfffd
,
nella vita della
Donna haueafempre dappreffir per compagnia
la len tia
,
qual è la fifu ffe una la] trtfkZ ga ;
nella qual cadde per la morte di lei, non
potete-.
do volgerfi in principio alcuno di- allcgte%$dT
non haueua nell*amaritudine alcuna pari . per
Lt qual cofa nella Carinone
,
Che dehh'io fo t',
che mi configli Amore
Son da effere confi-
derat
e
quelle parole.
O g N-i y s a V
-0
li T A :
Poscia,
ch'ogni mia gioia* ùù&W'yX
se
&
Ter lofuo dipartir in pianto è volta
,,oso* oso
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