Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 408

D E L L A I M I T A T I
ONE
V f
m a.il dtfcender deflamma nel forpo» E tslri^
noieffe formare Una ff«nxa pur dijw fóm ento-.
da g li aggiunti
;
cofe,.chepoteffèrofen\aneksfuafeguìrg/^#^
•■
le èquefla, incomincia ìradqprfr g liòfah pff^ ^
u
*'1
cofe del mondo ,o gU 'idi
mortale.
FA
ancora da /co n fid a re ,clie> de
f* ° u€ri •
km /ffon ófierififfcn m ffifiig j? .
Raggiunti a unfi
neri fono tutti quelli
se
de*qualifino /quefio^
loto habhiamo datogli efempì, ì/y/quali fiojffa
no effere all'oratore y & .al Poeta corrimani*,
quantunque Vorator gli,adoperi temperata- .
mente
;i
finti fono del Poetafollm en te, quali,
/fin o quelli , èie finge Virgilio fcriuendo a
Pollione , che al nafeer del fanciullo le culle:
metteff 'ero ifio ri
, s a
renouato ilfecolo haneffe.
a ritornare aureo
. I
quali aggiunti fiqp.fon#,
dati f ila fimilitudine, fu la cagione,
s a
f a
l'effetto .
sa cosi non
fino aggiunti.puri} iqi-ri K
peroche asfimigliandoil nafeer del fan ciu llo^
nafeer del Sole nella primauèra ; quelle coji
, vse
che poteano confegjùre/àl Sollevato
,
aggiunfe
#
ilfanciul n ato
. I /
penhe'aiwìene, che ficcarti-
pagnate al Sole alcune di loro poteffèro in alcun
modo effere neceffàrit: ma accompagnate a l
nafeer del fanciullo ,fiano non fidamente ag­
giunte
;
ma aggiunte fintam ente
.
Disfi effer
findati ancoJ'u la cagione,
s a
fu l'effetto tir#
se.
peroche il Sole è cagion chela terram apdif
fiori, che egli confittione accommodautlle culle} .
s a
ifiorifon o, come affetti • Dal movimento
se ■
%v##incor folar^
'm iti
Jifo,
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