Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 85

tifcdhue
riha
fecondo
l
pofiibilc
tre altri,clic eglifia
hi
mano,o dellame
a par­
te de cittadini
,o dellapiù.De quali l'imopiùfi rijlrìnge all'
uno,
&
à tut
ti.f.z iafia ì arali uè uba poi anchor uno,che fin
mano della me
t.ì de.cittadini ■
Et è queflo egualmente
da
i
due
àunar-a
che
forfè,
nonhabbia
ilmondo
per lo
paffuto
hauti
1
0,0 non al
preferire,
città che
di
queflo
modo fi regga-,non e
però
che fìa
per
rannerare ad effere,
&
che
la
piena,
& ragionevole
ricerchi.So­
no
adunq;
in
quefla
necefariaguifia
, ifiem
modi de civ
fari.traente
cinque,&
più
nòA qualipoi componer.dofì
tutti ipofii
bili modi,
faranno
ventifei
lemaniere tuttede compofli. Terciochc i inifti di
duefoli,fono
diece;&dieceanco que' di tre i mitti dì quattro,fono
que;& poi de tutticinque,uno. il che uoi da per uoi potrete agevolmente di­
vedere :& che io uidìmofirereiffenonfoffe per arrecarvi noia,con lafua
tigliegra
.
É .adunque neceffario, che ogni maniera di governo
,
che al mor­
dofi trova h o g g i
,0 fi è per lopaffuto ritrovata,0fi ritroverà per
,
in una di
quelleda me ricordare guifc, 0fiemplici,0 compofte f i
j
il noflrohifloricó,battendoavanti a gli
o
/apra meglio regolar la
firn
tura;
ò zmeglio notare quelle cofic,che di notafa r anno degne.Et il Ze
tio,fine al fino ragionamento. i l quale bancvamo meffer Luigi
>
ò r io, con la
bocca aperta avidamente trangugiato. Ma pure non bauendo io bene
,
come èpoteffe effere,che in una città
medefoffeun gover
di que'femplici,io'l dimandai.Deh digratin, ò SignorZeno,fatemi chiaro iti
queflo ultimo,comefipoffano i governi nella fteffk citta mifchìare
io queflo non comprendo.Et queflo anchora farò io di buona
Et ve ne darò effempio, quefla
l\cpublica.
è
luna di quelle nùflc di
tre;di uno,de i meno,òr di tutti. Et gran maraviglia,come queflo governo cofi
fi
mifcbiajjè,perlofino mantenimento. Terciochc effondo l'uno, per la troppa
liberta, ò r per la forga
pe/tcolofitnolto ò r i tutti per la troppa moltitudine
confufi, ò r non atti per lo governo ; ò r
i
manco,
fìmolle iddio,che quello che non
baurebemaibuoni mortalepotuto antivede
re,habbia col tempo per fe
flefaprefola
fa tta quella mi*
filtrato lo ui dico,fecondo che poffono effere le mondane Cofe,perfettiflma. Con
ciofiacofa, che venendo il tempo, ò r
if
delle cofe
i buoni ordirà di le i,ò r i
cattiuhetdivedendolebenpofle leggi,dalle non buone:
Òr quefle annullando, ò r altre confermando,òr altre /mutando, f i e venuta
da
fuoicontinui legislatori, che i Sani}fono come Fenice /mollando. Et perche
nero appaia la r/fiara ch'io ubo d etta , io dico che il Duce
ilf i ­
lo Trencipe, ilquale perche la maefià, conferva la
de popoli : & è
1...,75,76,77,78,79,80,81,82,83,84 86,87,88,89,90,91,92,93,94,95,...142
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