Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 79

U '
Ai
attentamnès
.'
Et
uoi
cofi
ui afcoitercmo,difie meffer Luigi.
.
dcnghm quellamaniera prefica d ire. lo ttm o che elafiban huorno
,
dqaals-
chu'iajsofia fiiponga à fare , debbia tutta
in d a g a r e ad una cer
:::: f i l l i :
Li pialeperò pofifa dalla fragilità delle cofe Immane
ta
.
Lkquai,incontinuo irafìnutamento
r. ;f i n ò . E t di quie poi,chela cognitionc' loro fdenega nonf a , mafiopinio­
ne . La-jha’ecfendo poi per
f i a natura dubbia
ó "
u.aga,
r i jiero f i
salso
mtiìal, ha mestieri di effere con qualche norma regolata.
Ter
laquale ella fermi la pia
inflabilità,filegata. il che finga dubbio
farà, f i
Ihiloépdfarà f r i t t a di quel modo, che ella farà
Imperò
che in
questo
enfi,la
cognitionenoftra,adegualacofa
chef i ferin e
.
Striunfi adunque
l'biffarlain quel medefiraomodo,che la prudenza In
o Uprouidenga àpp io,o la fortuna fece ufeir lecofi al mondo. JETle cofi è
ncceffirio,chetutte habbia.no , principio dell’eflcr
, fia to ,
ded'matione>& fine-. fillequab, tutte cinque cofe,l’hifforico che noi dicia­
mo! porrà l'occhioflfimcnte
;
perche poifappia nell’hifloria distinguere,l
dallaltrafi, chebuoni
pofifaperentro ticdcrs idelle cofe.
perche,eglinic flato
,chihifloriacofi fatta fierijjc della noflranon
però fappiamo,luna dall altra qv.csìcparti diuedere , drchor
la Dio
grada,non tutte ni fi conuengono. Ma io farò cioè uoi meglio ra intendiate.
L'hiflona
, fingafalo,( cofa che
non ardirànegarnerumi) fiferine à fine,
che lecittà
pojfinoad altrui
efifimpiocaminarealla felicità
.
il qual
p io fe
e o fiu r o ,fibmridc,nulla gioua, opoco.Tercìoche
è
la
felicita in
inoluogo
poffa
.
lai onde egli è
rneffieri,chefia
perche altri flpofifaper lo
f i o lume miliare al
bene.efifi
non
cipuòdar citta
ueriina,
laqualcinalcun tempo n
ttuto .
i l qualeillustre
,f i ’ chiara habbia fatto lei & le fuc attioni ■Lerpi
qualifcorta
efiferedeanoall'altrui felicità. Et non mi riflrìngo io alprcfintc,
à quellafelicità
Hrctifima, cantatafilo
non che c it­
maìntomalcuno perauentura nonfece mai beato.
io parlo di quella,
che ci puòdarel'ufodella
aitabimana. Jlpprejjò b da 'notare,c
fo uedere io,egli non e naturai cofi, che le città
con
fen o ,
f e nonforfè di rado
.
Conciofla c
o
f
i
,che natura f
giamai, ilqualc infuifuo
nafcimetlto, quelle forge fra,che eglieffe-
re in fu l'età matura . Diucrfo adunquefecondo
naturale,è tempo del­
la
nafeitadi una
cità,daquello della nafeita delf i o imperio. Et
f o ­
no parimente gli
acerefermenti, & gli flati loro,gir le
lo
più
ancoifin i. 1 quali poffono tal fiata efiferegli
.
la
cofi io
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