Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 92

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ria',alcione,attore,cagione,tempo,h'.oao,modo,ci ip.romrnto.'Perfori:.-. ,:.:v.c:i
ga
ch'io
(appai non/o che di
più,cheprima; ioforo però Punge lfi
ile : peraocha io
ni
veggo
ih
deufi,
f i
foltetenebre per d'intorno-. E
pia a:tione bimana è ungran fatto la giùfa del Chaospcr poco Ut ha
mil­
le l'opra diecc mila rivoltigli,per
entroà fe . Ut Diof i dove in lei fieno
te tante cofe di attore,di cagione,f i dell'ahrc.
quando anco io ve­
def i per la faccia
inlume chiaro, nonfono io fi curo,ch'io le
Et
noi
facciamo come
iomdirò,difio alhor meffer Lorenzo
.
Ut cornei nfpofi io.
Entriamo co' Itimi delianime
nostre,rìprefegli,chefecondo noi fono
;
f i ft potrem cercare di
quefle cofeper dite. Et
per anentura
ciauueniremo àlor più to'. . che noi non perfine .
lame
della mìa,rifpofi
io,èpoco f i fofeo, f i per do che egli f i
.
Ets’io
pur entrain quella
caligine,lo ui entrerò, a nel lume dellafi
come ci traluce per lo
uolt
,
chiaro
f
i
r
: idrate. Come ui
rifi
egli
pur che noi ci entriamo.Et cof dicendo,
no ritornati in chicfa,f i f e d im ­
mo. Et
ilGuidone diffe. Tfon ui diffe
q
che Ì attiene fempre
era fatta
da hiomo:Sidiffe,rifpofi i o .Et che egli faceti per cagione
<
1
quefo, anchora
midiffe. Et
inqualche tempo ì s i . Et
qual
Cofi
.
Et con modo
,-ficoniliromentò ?
quefo . ( u f i
cof,foggiunfe egli, a me paiono legate tutte infi:,u.c. quefic cof: . Et
giticofi che trouatar.c
una,ciu e n g a n d i m a n o
fi leprenderemo tutte entro una rete.
0
, per lo nero, ueggo
uoflro lu­
me
,
che egli
e
coft: Et mi entra
un'ardirenoi ci entriamo.
finga fa llo , fi conuien
farlo,riffiofeegli. Or bene difii io, f i
eccoti l’anione
infu
l'entrata, che cif i apprefenta. Et portate q
lume, che ella mi pare una figura , rena-tolta inmille inuogli in maniera di ci­
polla .
Voi dite il ucro riffiofe egli : f i uolete uoi,
le f o r z i
una qh'fle rauuolture,o pur voletefarlo noi
?
Fateuel pur uoi,nfpofido . Es­
ile fìa,riffiofee g li,fiio cof farò,
s’io’lui faccio ing ra fia . M
mente,noi aneboras’io
errasfi.
Terciocheiononfonò troppo maeslro
mifla dì cipolle . Seguitate pur uoi
a fario,eh'ioper me ci mirerò. Et
di qui egli fu dietro
d
co f grande opra. Et
mepar di uedere in quefla
primaf o r g a
,
chel'anionehurnanafedaalcun Imomo fatta fempre.J^pn co f
fembraanso à noi
?
Si fembra certamente riffiofi i o . Etb fa tta da lui
per
c a fo ,fi
talhorper
isforgod'altri. S i . Et pare,ch
dendo dallo eftrinfeco 'delihuomo,von
è
ragione,ch'altri attion fine
di.Ma fise attioni, fonofilo da dir quelle, che da principio vafeor.o, il quale
f a dentro di lui, Tfon
mofìracofì Sif a per certo, riffiofi io . Et i princi
K
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