Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 129

quella
diDio,èfommamentenobile,A
la
di mc;(an:i:A quella dell'bue. afe
degnila.Et queflo
(laottimamente
diffe,mefferCamillo.Ma
dell'opra
lare
deli'bicornofono l'alare maniere proprie. Vercioche il ballare altretanto
quantoaltrifilone,A pia-.A dire quanto
c
nero,A di più,e cofa che da noi age
uolmcntefifa.'lfoi intendiamo boraetmndìoquefle cofe,diffe .iToliio.Ma in
che s ì a , il fa r di nulla,
molto. 0coieflo
dell
tutti queglihuomini
,iquali hanno'l’ingegno poetico. Et di qui uiene,
poeti finì?chiamati
diurni.Verciòchecon la loro attìoncAaflimigliano a Dìo
>
creando
anelo efìidinulla molte cofe .efli qucfìo,A
noi
■ereditammo che la dilanitide poeti Beffe in a ltro . Ma diteci diffe il Cala­
mo
deil'hiBoriaalcuna cofa .Terocbe mi pare che m i
troppo fuor
dellapropoBa. Mlhora
io,quafidafogno rifcoffa
,
A recato
quanto dif i . Egli
è
dovere che noi ci riduciamo à l e i . E t era ella a me hoggi-
mai di mente
ufcita. Ma
permonturale cof
per lei giouamento. Et mi dite noi meffer Camillo.
, ella non è g ià
*
9pradi
DiolSfò. Tfie dellanatura! Tfedi lei.Ma f i dell'huomo.Si di
ffiofeegli.Ma
cbc,npnfiio, fattura,od
Tarole,diffe egli. Ma
bene dell'opre
humane,Apecauenturancodelle fa ttu re . Veloce ingegno c
il uoflro
òmeffer Camillomiofoggiunfio alhora,pofcia che egli un innanzi
alla mia dimandarma datemi riJfioBa per dimanda. Cefifarò riffofe meffer
Camillo,anchor
che
ella f a minuta richieBa qucBa. Ora
io, con
leparole non facciamo noi di nulla,molto! S i . Di meno, p iù . Et queflo .E t di
\ tanto,cotanto! Et coteBo anchora. Et anco di
,
ci feordammo dì
dir prhnx.Voi dite il
itero,diffeeg li.
Hcome Banno
v
fia loroquefti affari ! Stanno, quanto io credo,)iffiofe eg li, nella maniera,
che flannogli affaripropri di Dio,della natura,A dell'arte. Siche il primo
.
babbi* il primiero grado’di degniti,A infèguenga
che
ad a fte
s'aflimigUaflia d'ultimadegniti. Voiottimamenterifpofi io.
Ma al'tergo modo,che non ha
fniglia,necon
di Dio,ne della
ne dell'arte,non
auuertitcnoi!Si auucr
'
pia
dicui egli f a proprio . Sembra à nondimeno ch'eglifa dipiù
\ta,cbe
l'utimo. Òttimamente
iBimatemeffer Camil
per bora di cui eglif a proprio, non
impchenoi mi
rebbe
effendo
l'hiBoriaparole,diquali parole ella f i a . Di
di nulla
fanno molto!odi
meno,piu:oditanto,cotanto! o
!
a
quefladimanda meffer Camillo unpocofofpefo A daua flmbianga che non
fapeffe
rifuluereidire di
qualfoffc.Et iofocorendi f i cofi. 'Non è cgli,
'
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