Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 132

jlra che egli riponga l'imo,A l'altro in unmcdvfmogrado
.
lira per
tarmiqlhora alla autorità
diCicerone Ma meffer Camillo
ne ft
lafciòingannare da Tèopólnpo.cbc Oratorefu,
A
recò
orla la
teggadel
fuomaeflo ijòcratc
.
Da che fi lafciò anco ingannare il gran Critico
Mlicarnaffeo. Ma cotcflo che noi dite, ò
R iflette
Cutaneo,come percoffò,Adiffe,A perche e nulla queflo! Vero che cofì,ri(j:o-
fe alhor lo Strogga,ufeirebbelo
hifìoricode termini d
meno
cofa
>
più
»
i l che non efferc officiofio f b ticduto
,
c o f fa tto dire
ri­
chiamò indietro, A fletti cofl alquantofòpra di meQuando il Cutaneo
giunfe \ Et che uolcte noi inferire dell'vllicarnaffea, A di
.Voglio inferire io ,riff>ofe lo S tragga , che il flirto ha differente
re
dal barbiere
.Et che egli
bifognaua,che lo
infiorici
indifferente foggia dagli O r a t o r i I o non
cotefioil Cu­
taneo .
M a fi fó io b e n e ,che
il uoflr
in f a t t i ,che gli hìflorici piti fam o fi
,
L iu toTuc i d i deSa l i usii o , A g l i
a ltr i
,
hanno ripiene le loro
hifloriedì
Icqiùi
Oratore. Et
medeflmamente ,u ìfono per entro le loro hiflorie, lau
biafìmi infiniti. Vi fono anco
delle acufc,
A
delle d if fe f
da
Oratori.JLqueflomeffer Camillofopraprefo da
colpo,rivolto à me
diffè,et
uoi,fòccorrete a me,ò Vatritio,A àficj]ò,ctal io,
mi nonffo d'onde in un
[libito,diflic o f .Meffer Camillo,io ui[occor
riffecòdo ch'iopotefifma l'effe-reentrato
f a particolari degli
biflorici, temo io dì offendere l'animo loro ìlluflrì, A
A di
m i
adoffbgrauifiimocafligo.Et che offefa diffe egli, A qual
e queflo
che uoi temete! Tfon fapete noi rifpofi io,che molti degli
antichi per
‘loro
misfatticontrala pietà,A il douerefatti, affatiti dalle Furie
puf­
fi-mamente capitati
!S i foio diffe egli ma che c coteslo ! E ch'io
-njpofi
io,cheuenendo io fu particolari de famofi infiorici,
A
la fama
eterna figliuola delle loro fatiche ìlluflrì,efii per ciò [degnati, mi
le Eurie intorno,lequalinuouo Orcfle mi faceffero divenire. Volete uoi adunq;
mancare di diffefa al ueroffoggimfc egli,per queflo timore c o f nano ! Io farò
cofi,rifpofi tò,per non mancare ne à uoi,ne al nero,ch'io non nominerò
Vreganào tè ueneranda,et alma madre
fono ,A da queflo meffer Camillo,A dal tuo Spirito
adire
ria ciò,che tu
m i f p i r i , c h e s'alcuno della tuafamiglia rimarrà
offefo dalle mìe parole fpirate àate,uoglìa tu temprare
loro contra me,
•et raddolcire gli animi inacerbiti,promettendo
■ ga ifintamente l'offefefa tte
loro,confoleniSacrifici,& conpurif imo
A
uer
a
1...,122,123,124,125,126,127,128,129,130,131 133,134,135,136,137,138,139,140,141,...142
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