Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 128

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.
.. .
torno
alfuoco fe n if a
dicamera
.
Etper buona forte
Ticr Battifla Cutaneo, gentilhuomo
Geno&
mi.Et io leuatomi,& accoltolo,dopo il rapaaglio che a demmo
delle cofe no; ire , & della
finità,diffemeffer Cannilo Hor fu
reflui e per
nofìro amore dal
Sardo ojj'efo; auengfo r t e fi a
tifato,Et ui preghiamo à
feguitardidirci le uoflre
noi non in
tendiamo
:
cofi ci pa r e , che noi le ci
di
ofeuramento
f e t o entra­
mi
.
Forfè perche non f a t e
intefo.Etil Cutaneo,anch'egli le udir
uogha
. J o f i ,dijfc il Cutaneo anchorach'iononfappia di che noi ui ragioniate.
Ma dade parole
ho
sire,ò meffer Camillo attendo nuoue cofe. Ditemi adunq;
quali fono
. «A
cuilo
Stragga, raccontò di punto ciò che
fino alhora ragionato . La onde incontanente mi pregò il
, ch'iofegui-
tafìi il ragionamento
cominciato.Et io dall'accidente del Sardo,dal
ta del Cutaneo,che molto mi hauca conflato
da quefle paro le, fruendo­
mi dentro tutto mutato, dr quafì
fgomhral'anima di non
grane
impedimento,difii.Egli non
è
marauiglia.mejèrCamilomi o ,
meffer Cle­
mente , gir uoi C o t a n e o g e n t i l i f i i m i }chenell’intronamento che mo
a ffa le, io dica cofe cofi
i n u i l u p p a t e ,chepure io
re. Terò cheper allentara , nonfono io chep a r la
..
Ma bora
non
f o da cidi/enfimiei'-io
mifarò intendere chiaro da uoi tutti, La
gli animi dequali
iopreggomolto . Et cofi detto, efii mi ripregarono ch
c e fi chiaro*
Ond'ioprefi adir co fi.Tre operatori ni propofi io nel m ioba
lordimento. Iddio,gli operatori dri germoglio,&
. I quali tutti
tre, io raffermo bora,con le maniere del loro oprare.
furono,che Dio
dinulla creaffe tutto
.
Chegli operatori del germoglio, che altri chiamò Trita­
tura,di meno, faceffer femprephi.Et che
qitafl per contrario,di pili
faceffe meno nellefue arti
fempre.Mucngacheegli habbia anco
la quale egli fàccia di meno più,dinulla
quanto altrctanto . Mi­
tretanto uì intendiamo noi bora diflc lo Strozza; ma
noi ci di­
chiariate l'operariionidell'huomo, che
lle intendiamo. Di buona
riflbofiio,et
attendetemi.L'huomofu tutte le cofe fuc,o conconopra
o con pa ro le
.
Et quello cofi ui dichiaro. Con
l ’huorno quando egli
di alcuna cofa, fa urialtra : come di un legno una
Et l'altrefimiglnrn-
ti cofe di tutte IIa r t i.
Triclequali egli fempre di più, fa meno. Tercioche
'
rimutandole primiere forme delle cofe
ritagliando le con­
duce in men matcria.-Cornprendctc noi que f io . Comprendiamo leggiermen­
te rifpofero e f i i
.
Et come
l’altredue operarimi fono Di
xa,riprefi io, cofi quefla è propria
noflra, Bene Ha dijfcro e fii
.
Et cofi come
1...,118,119,120,121,122,123,124,125,126,127 129,130,131,132,133,134,135,136,137,138,...142
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