-, / •
.
.. .
torno
alfuoco fe n if a
dicamera
.
Etper buona forte
Ticr Battifla Cutaneo, gentilhuomo
Geno&
mi.Et io leuatomi,& accoltolo,dopo il rapaaglio che a demmo
delle cofe no; ire , & della
finità,diffemeffer Cannilo Hor fu
reflui e per
nofìro amore dal
Sardo ojj'efo; auengfo r t e fi a
tifato,Et ui preghiamo à
feguitardidirci le uoflre
noi non in
tendiamo
:
cofi ci pa r e , che noi le ci
di
ofeuramento
f e t o entra
mi
.
Forfè perche non f a t e
intefo.Etil Cutaneo,anch'egli le udir
uogha
. J o f i ,dijfc il Cutaneo anchorach'iononfappia di che noi ui ragioniate.
Ma dade parole
ho
sire,ò meffer Camillo attendo nuoue cofe. Ditemi adunq;
quali fono
. «A
cuilo
Stragga, raccontò di punto ciò che
fino alhora ragionato . La onde incontanente mi pregò il
, ch'iofegui-
tafìi il ragionamento
cominciato.Et io dall'accidente del Sardo,dal
ta del Cutaneo,che molto mi hauca conflato
da quefle paro le, fruendo
mi dentro tutto mutato, dr quafì
fgomhral'anima di non
grane
impedimento,difii.Egli non
è
marauiglia.mejèrCamilomi o ,
meffer Cle
mente , gir uoi C o t a n e o g e n t i l i f i i m i }chenell’intronamento che mo
a ffa le, io dica cofe cofi
i n u i l u p p a t e ,chepure io
re. Terò cheper allentara , nonfono io chep a r la
..
Ma bora
non
f o da cidi/enfimiei'-io
mifarò intendere chiaro da uoi tutti, La
gli animi dequali
iopreggomolto . Et cofi detto, efii mi ripregarono ch
c e fi chiaro*
Ond'ioprefi adir co fi.Tre operatori ni propofi io nel m ioba
lordimento. Iddio,gli operatori dri germoglio,&
. I quali tutti
tre, io raffermo bora,con le maniere del loro oprare.
furono,che Dio
dinulla creaffe tutto
.
Chegli operatori del germoglio, che altri chiamò Trita
tura,di meno, faceffer femprephi.Et che
qitafl per contrario,di pili
faceffe meno nellefue arti
fempre.Mucngacheegli habbia anco
la quale egli fàccia di meno più,dinulla
quanto altrctanto . Mi
tretanto uì intendiamo noi bora diflc lo Strozza; ma
noi ci di
chiariate l'operariionidell'huomo, che
lle intendiamo. Di buona
riflbofiio,et
attendetemi.L'huomofu tutte le cofe fuc,o conconopra
o con pa ro le
.
Et quello cofi ui dichiaro. Con
l ’huorno quando egli
di alcuna cofa, fa urialtra : come di un legno una
Et l'altrefimiglnrn-
ti cofe di tutte IIa r t i.
Triclequali egli fempre di più, fa meno. Tercioche
'
rimutandole primiere forme delle cofe
ritagliando le con
duce in men matcria.-Cornprendctc noi que f io . Comprendiamo leggiermen
te rifpofero e f i i
.
Et come
l’altredue operarimi fono Di
xa,riprefi io, cofi quefla è propria
noflra, Bene Ha dijfcro e fii
.
Et cofi come