Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 125

C A M I L L O
STROZZI ,
C L E M E N T E
.
1
SardOìLrancefco
Vatritio,&V .
Cataneo.
VU
T IfeI0 .
f j l l f f H O entrato già il
1
uerno,ritornando io da igoma, giunfi à Bologna;,
vxo n■>/<-■
. & fui ad albergo con meffer C
Mantoà,che quitti era à fìEt diedigli
Eguaglio di mejér Hercole fuo
,
c o l f tale io s
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di meffer Hcrco-
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& di alcuni altri am ici
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Di f e poi mi rac-
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lccwto, clic da
partito era da Vadona
dalla' compagnia di lui
& defuoi cugini,egli ui era l'annoritorna
E t poi nel corammciar lapsfle,dì brigata con meffer Mfcanio
.
meffer Fabio Borgbcfhcon meffer Milaerto della Fioraia,& conmeffer Clemen
te Volici,s'erafuggito di Vadoa,& uenutefene
a
Bologna, & chepoi la fiate
tutti tifieme
inuitatiuidameffer Ulbcrto,fe
iti a diporto in
no
.Do.te tutti
,infuorimeff r Clemente,f i erano a m m a l a t iE t ch'egli
era flato mano à morte, Ma che poi
& rinuigorito alquanto, egli
f e nera
a
Bolognaritornato.Et gli altri
ridotti à capi, meffer .Alberto-
a i U
cergpo,meferUfafio
a
Viterbo,& meffer Fabio a Siena
.
Et che egli
per
lettere fentiiut,che quefli due fiatanoanebora con molatici
ingranp e r i c o l o .
Et chemeffer .Alberto era pure alla.Etio
dall'altro canto,gli narrai,che partito da Vadoa,& ito òca f i , affililo da
mnconia,era liuto prefo
da febbre quartana , & chemefi
ritonc,per conferàare
lerimtncntic di quel maligno Immore, banca
(non mi intendendo di medicina
)
non
conrimedio a lui. Che
il ri­
tirarmi in folitUdine.Tfeilaqualem era uimto romito piti
. Et che.
. ■
*
.
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