Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 131

potenza di Dio foggiunfi io, fi come quella che da
a!!'dire
dipiuperfetiio/ienerfo
dif e ,& dell'altrc-.anchor cheDio,fìa e
ali’dare eguale.Et queflo intendo rifpofe egli.Ma io non ueggo
difii
che m uoghatc inferire
..
lo
uolcuadirc,riprefì
che il
della potenza, che i l f i l o f o f o , c r l'hiflorico non hanno :potc£do egli fin
|
chegli è inpiacere,& degli huomini & del mondo, & degli Dei. Et il
^
i fo,&l'bifiorito fieno afìretti di dir quel tanto folamcnte , che loro porgono
aitanti
le attioni nofire ,& queflo umuerfo. Ma forfè uoi parrà
cer­
chi troppo
per fòttilequefliparagoni. Cofi mi pare
meffer
Camillo,oltra che egli mi paia,che ciò nonfaccia al cafo. Et uoi habhiatemi
per
ifeufo,rifpofìio.Teròcheà do
miinduce la mia
teggci in che mi conduccfle. Ma mirate, f e per quefla altra io me ne
luppq^jDitepure. i l nero,tra lepotenze
beomprefo
intelletto fo lo ,& dalla ragione .È nero. Et gli huomini che limono fecon- .
: do la ragione
l'intelletto, <&fecondo il
f e egli
.
Ma finga, fine
fono all'incontro quegli altri,lor uita
fecondo le pafiioni la concupifccnga.Infiniti
fono cotc fii
,
rifpofee g li. Et non ha dubbio,io rep lica ich e ì Tocti, & gli Oratori, nutrì-
■ fcono,
c r
allumano lepafiionì,&gli ajfetti dcll'animofltà, <fr della concupì-
feenga
;
Et per con trarig li Infiorici,&
i
filofofi, con lo fludio loro del nero,
nutrifeono la ragione, & l'intelletto
..
Cofi è , diffe eg li. Et pero fono quefli
foggiunfi io,da andar in mano
a
menperfora. Et quegli altri fono atti à
mouerepiù
ilmondo. Queflo è u
e
r
o
è
buona pcgqga riprefì io,che à granpena io tengo le rifa . Et perche ciò?diffe.
meffer Camillo .
Terochcioflupifeo,rifpofì lì),qualefpirito fìà
fpinga a ragionare cofì fcioccamcnte di cofà,della quale io non
intenda
'
la.
Teroche una delle cofe ch'io nonfo ,la principale è quefla della degnità che
la
hifloria tenga fopragli
fa u to r id'altra
■ fauentura, lapartita di quel Sardo,ilquale f i come ci diffe,
quefla
cofa molto bene
:
& ci baurebbe egli
difldicòfi°fatto labirinto, per
quale io mi riuolgo in mille
modi,&non trono l'nfcita. Et però
o mi Infoiamo del tutto queflo pcnficro,oprendiamo tempo a
fopra.
Facciamo come più
uipiace,rifpofemeffer Camillo
.
Mlhora configliatifì
quantoinfìcmeilCutaneo
&
il
T
olito,
diffeil Catar,co.Jl me ce
ÒTatruio,che inpoche parole fi poffa
0 di g ra ­
tta terminatela u
o
i
,rifpofì iofubito.Etlenateciper bora ,
nimo da quefla confufìone.
Ioni
recherò,difla
fece
Cicerone,ilqualedicendo che opra di Orjitorc era lofcriucre
/
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