Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 121

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.
.
H
$gHporti quelTritiloperiglio che
pofùMa
tre maniere .Tercioche eglifi
combate
, o
in
aper­
t a l o in affatto .E t queflo,o degli alloggiamenti altrui,
g
forte.
le
habiaperlaJua diffefa aiuti,
o dalla natura,
o dalla arttyj
dalia
f o n a
l'U­
mana .
Lequali poi tutte a t t i
o n i
,hanno
appreffo
molti più
menti .
J
quali &
dagli
f a
it
tori
della
cifonoferini
:& nelle
f i
dcono
offeniqre. 'Et cofi come l atte
cofi incominciatehanno fine,cofi
Vha
etiandiola
guerra
. Et alla
pace
per
de
quattro
o per più (i
riduce
.
Tercioche altri
restadi
guerreggi
are con a l t r u i
egli
habbiaconfeguita : oper rotta che egli
viceunto : oper accordo,
thèf i f i a fatto: oper impotenza
foprauen
all'un
de
ad ambidue
.
Tante adunque & tali fono
mio,le attioni
Ac­
quali
fh.alcuna città,o Trencipe,o repubtic
a
& generali, & diulfic
altre
■ più particola) i .
Lequali uoi perauentura, non trotteretecofi ordina
- scritte
da
ueruno,ilqualedella utilità
ferina, o che ir.fógn
ì di
quefia
maniera,& con
quefle ordine,adco/è fa t t e dalle a
:
nationi,odalle prefienti,o da quelle che verranno. Et
do io ad intendere,
che
quefu
capi cofi ordinati,& cofi diffiofii
pochi,ui
di molto
l ’o/feruanga.dell'bifioria. Et cofi detto rneffer Giovannif i tacque. Et io tut­
to
marauigliofoco/i gli difli. Voimihauete certamente
Giovanni m e-
.■
gnifico,di molte,& di molto belle,& di moltoben ordinate cofe ragualiato,
& ue ne hograda fenga fin e . Ma io difidero che uoi
arche­
rà quello,che ui
ressa.
Et fo che uoi lo farete,tale la uofira bontà. Ét que-
Jio è,in qual maniera mif offa io
ualeredeleda nei contate cofe ,p
dio,& perla offeruatione della hiflorìa.Conàofia cofa che
cofi fa tto fine
iononfapefli in che adoperare
quefia nostracofi bella fat
Et io, queflo anchora rifpofeegli, di
boniState adunque
attento. Tutte le cofe,lequali più dìuna fin o , ofono,
a di loro le mi
tné,o fono
contrarie,o
diuerfe,ofimiglianti; & altrimenti nò . Et q
che tra loro f i fanno i paragoni,o deità
m'
cofi d
trarietà,o della
diuerfità,odella firmigliangaConviene adunque à
c h e le cofe ebefono à paffati tempi nella
Ejpe.blica
o di pre­
fente auuengono,o
nell’auuenirepo/fonoa/menirc,penocon quelle, che nelle
ftoricdell’altre genti,o delle Igepublicbc noi
mede/ime, o
ric,o differenti,ofimiglianti.Laonde fecondo che fono le attioni degli anti­
chi
tali,gprtali le cagioni loro, & gli cffci ti : tali
v
che fieno
le attieni
no/lre,& le
cagioni,& glieffetti loro,per l’ima d
poste .
Tra lequali tutte, la
diuerfitàèinterminata,& infinitadi
ì '." fin .
' E ;
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