Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 285

u o
E S P O S I T I O N E
Perche
coso
nanamente fperaua ragionando', per
vederla alquanto cortefe uerfo di lu i, y nana­
mente
fi doleva
,
uedendola sdegnata , conciofia
rosa
che
, coso
?nno y l'altro hanea à durar poco
.
Il perche alle \ 6 6.
Queflifa r teco miei ingegni, e miei arti
,H
or
benigne
accogliente , (oso
bora sdegni ;
T
riif a i ,
che rihai cantato in molte pa rti
. Oite ,
quefi#
noce non altramente che appreffo L a tin i
,
taihor
fignifica luogo
,
e
taihor tempo
y y
in quefio luo
go fignifica quando
,
Si come nel Decani.
I 4 f .
One dar non uoleffero la Donna,a nceuere la hat
taglia t'afactt.iffero
.
Chi per prona intenda amo
re j cioè, chi conojcd per Jpenen\a am ore
, Tro­
fiar
p ie tà
,
cotal modo di parlar usò il Bocc.
n tlTtpifola a Vino
.
Trottar m if r i cordia
.
Non
(he , non latamente , ih e allrouc dice
,
non pur
;
Vtritino
,
quefio taihor pcrdonan\a
(oso
re mifilo ­
ne citi,una il Boccaccio ,
coso
benché perdono non
jpctt, ipropriamente y f i non ag iu d ici
,
che punir
piffuno
;
nondimeno in quefio luogo è pofio per
nuu biafimo
.
Imperoche quelli ancora , ri quali
non scappamene il punire y l'ajjoltiere ypoffono
nel?animo fu o rimettere
,
cioè, non li parere di
biafimar alcuna c o fi
. Mae
ben veggio , i Vlatonu
ci hanno detto Tbuomo, hauere due maniere di
occhi
,
mentali
y
corporali
. Et
quando
i
corpo­
rali fono molto aperti a loro mah; aliliorai m en­
tali tf]ère addormentati : ilche attiene al?huomo
milagtouene età . Et m entrei corporati divengo­
no debili per la vecchi
e^saae
, all1hora i mentati d t
f i arfi dalf i uno.il perche il Tetrarca diffe alle i o
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