Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 283

Io8
E S P O S I T T O N E
,
Cantai ,bor piango
, sa
non m endi dolcezza,
Del pianger prendo che del canto pre/i
,
Ch*a la cagion
,
non a Teffetto inteff,
Soit'o i m iti fenfi vaghi ppr
d*
àlteZrgs
. *
T
mperocbc prova là mifìtòn detta dolcezza,per
la qual cantava;
sa
dell'amaritudine ;per Li qual
piangeva
,
dalla cagion del feto amore
,
eh*erano
g li occhi di L au ra
.
Et da gli effetti della dettg
cagione
,
eh*erano i tormenti anioroft, perche ri­
guardando la cagione
,
perla fetia dolcelfgg cniìtA
v a . Et battendo riguardo lt gli effetti \ che fono
g li affanni am oref
,
ejfo piàngeva,
sa
pop Can­
tare , per compor lieto : ilquid in quefio luogo per
maggior eflimatione t chiamò ragionare. L'altra
cagione
,
nel feguente Sonetto pofe pur alle 9 1
.
‘ 1 pianse
t hor canto
,
che'! celeffe lume
Q v t l vivo Sole a g li occhi m ici non ctla
.
P
erciodie là dolcezza\
s a
Tamaritudine dinio
fera pigliare da un medefìmo fontegioè da Laura
bora benigna
,
bora turbata
se
Et nei u ero ja dol
celza poteva ricevere il cuor del Tetrarca,»)entri
vedeva cortefe il volto di Laura uerfe dt lui.
Et
cofi componeva cofe , che tenevano di tal qualità,
Et am aritudineguftaua , quando Laura per sde­
g n i f i faceva avara del fuo volto . Onero mentre
lo mofra n a turbato .
Et
cofi ì Uerfi fuoi fentiva-
no di pianto . i l perche diffe
?
atte
3 y
.
Onde dì
e
nette f i rinuerfa.
il grati defio per isfogar il petto
,
Cheferma tìen dal variato affetto
*
Imperoche il petto del Tetrarca variava le
qua
litri di dolceZgàt
s a
di 'amdritiidinc
da
gl* occhi
1...,273,274,275,276,277,278,279,280,281,282 284,285,286,287,288,289,290,291,292,293,...516
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