Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 288

S O P R A ’ L I. S O N.
i n
Virgil. fu contento di- tre
,
con le dette lettere
.
i
]ncipe
M
cenalios tmeum m
Bae
tibi nerfùs
Et altrove.
si
v
t
Fbytiida m ltte m \h i, m tu s ,
oso
natali*,
To/d.
E'
il vero) chela terfa che fece UVetr. en d
fine della uoce ma comun
q;
pofia fia mette dei
-
'c&firna harmonia
. Mi
vergogno. N o n u itole
4 jjk n flo t. nelTEth fua rìceucre la vergogna nelnv
* mero
delle uirtu
.
Iwperoche Tbtiomo non dee far
* cofa, perla quale babbia è vergoguarfi, nondi­
meno dicef a r bene allifan ciu lli, 0 ale donne
perla loropocaferm efya . il perche diffe il Boc­
caccio nella Riammetta Ale
18, V
ergogna fan-
tifiim a, durf i imo freno Ale vaghe menti... Al
perche il
P
etr, mette quefiafu a vergogna fra f e ,
0 n o n p A e fè
,
ne dt error commefffa' nell'età ma­
tura , ma nellagiouenile
. Et
del mio vaneggiar,
quefia particola *E t,
e
pofta ifhofitinamente . Et
ha virtù di dichiarare le cofeprecedenti
,
non A -
irimenti checiò è , cofi alle 4 9 .
*
-..si
Et
dall'un lato il Sol
,
io dall'altro era
.
«
lmperoche dichiara
,
qualifofjero quelli dut
amanti detti nel primo uerfo
. Colt in
quefio luo­
go parendogli haver detto confu[amene
e
uergo-
gnarfif
eco
A prefrnte
,
delle mormoratiom fatte
già di lui Seguitando
Horatio ,
ripiglia il mede-
fimo fenfo , conia fen ten \ji
,
come ho detto del-
l'Apofìolo,
0
con la virtù di quefia particola va
dichiarando la mamera delia vergogna fua
,
ac­
compagnandole le cagioni. Ma è da faperc che il
P
elr. m quefio.luogo, fecondo il cofiume dà
Poetsa
volge l'ordine delle cofi. Qonciofiacofa
,
che Timo-
1...,278,279,280,281,282,283,284,285,286,287 289,290,291,292,293,294,295,296,297,298,...516
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