Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 282

S O P R. A' L L S O N ,
1 0 7
Se
bianche non fon prima ambe le tempie y
Cl/d
poco
.
à pocop a r
,
che'l tempo mifihi
,
Securo non farò
. Mae
alle
45*.
àimoflra effert
liberatopercioche del tutto la canute\Za l'haueud
coperto
,
chiamandola neve y e'l fuo capo ,a lp i
»
dicendo
.
G/dfu
per Talpi neua riognintorno
, cosoaesser-
ntaefferefu eglia to
, coso
che'l giorno sanici naud
' • Et egiae pressa
il giorno
,
ond'io fon deflo
,
Dael
qual giornofig u e
, il
ucderfi y come dire­
mo d'appreffo[oprai uerfo
. Maehe« ueggio
hor
adunque fottilmentefi com iene guardar le cofe
del Petrarca
.
D el uario Siile.
E'
opinione d i
Platone nel Simpofiofuo
, che
Tamar fia qualità
f
mifla di dolcezza
coso
di amaritudine
, Il che toc­
co
ancora Catullo
,
quando diffe
.
Er
dulcem'curis mifcet amaritiem
.
Coso
il Petraercae
.
-,
Nel cor
pie riamar iflima dolceZzj* Et alle
iy 4
E/
quaTè'l mel temprato con Tacenti .
Adunque fegue
, che ae/icor le
compofiuonifue
fieno uarie
, coso
che taihor pianga ytaihor in par­
te conflato
,
quantunque non rid a
,
almeno hah
biagran triegua con gli affanni, chepoffa ragio­
nare
, il
che non òdi piangente y ma di alquanto
fedato. Imperoche il piangere nafce dall'amaritu
dine \ il ragionare dalla dolcezza .M a pur non
fu mai del tutto pura dolceZgib eh* non potèg ì un
geral rifo y ne àiagiubiìatione
.
Et baiafia to tl
Petrarca due cagioni di coiai miflioe d i dolcezza
Coso
di amaritudine >molto m m
saste
J'unaalle 91
£
y j
1...,272,273,274,275,276,277,278,279,280,281 283,284,285,286,287,288,289,290,291,292,...516
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