Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 291

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H S]P O S I T[I O N E
Noi;
heble tanto
, ne
uigor
, we
fa o tio
,
C
he
potejje al bifogno prender
Tarme
;
O
vero al poggiofatuofo
, (osoael/o
Rjtrarmi accortamente da lo
s
?ratio
«
c
Dal
qual hoggi vorrebbe
, enonpuò
aitarme .
Q u efa è m ialtra maniera d i fin farf i . Et
sa
/
tenuta al Petrarca fi ben fatta
, che,
quantun-\
que'quefio Sonettofu/Je de'primi che jòrfe egli
ftcéfje mai , y ultimo il precedente ; nondimeno
tn lauto conviene con quello
.
che poflo tprim o iti
ordine che non battendo in quello y che ua avanti,
dato al cafo quel peccato
,
che da fe rim uove, ma
filo alla im prudentia
,
y a lla necefiità y in que-
flifisforZi* volgerlo al cafo
.
Imperoche tutto
quello fi può chiamar cafo che attenuto è fuori del
penfiimento noflro
. Et
è tino de
*
tre membri del­
la purgatione ; ma non e fifemplice che liberarf i
pò))a dalla imprudentia
.
La quale cofi come d i
fopra t venne ad unirfi con la necefiità
;
cofi in
quefio Sonetto non può liberarf dal cafo
.
Im pe­
roche doue
è
il cafo
, e
ancora TJnimana impru­
denti,t. Etfc fa fcufii dalcafo
,
coso
infieme dalTim
prudentia
,
come certamente f a , fe benfi confide­
rà il Sonetto nel quale fi sforma dt dimofirare , che
Amore
per coglierlo
coso
por vendicarli afaettò luo­
g o
coso
tempo
;
certamente quefia parte di feufa
Jara da ordinarla fiotto il perdono,fi comefine fvom
Appreffo
è
da confiderare , che'l Petrarca, {e noi
li vorremo conceder cognitione di artificio, mera-
lùgliofamente adorna la feufa prefi dal detto ca
-
>fe
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dar cdrico al Signor fito amore da due
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