Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 299

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G R A M M A T . D I M.
-
primo . Il Poeta t lt Poeti
,
delfecondo
,
la
D
ea,
le
D ee
.
D
E L L I
N O M I
I
NT
E.
L i
nomi o fofiantiui o adiettiui chef i fiegio ,
che in efin',fieno nel/iugulare numero
,
in i cade
ranno nel finoplurale
. Et
delfofiantiuo nif ia ef
[empio la opinione
,
le opinioni
,
la corte
, le
corti.
De
lo adicitiuo
,
il felice Dio ,
s a
la felice D ea
.
Li
felici D e i,
sa le solici Dee .
M
a rivolgendoli
alle cofe Latine , dovete fitpere
,
che chi dtcefjt il
uiolenu lupo , come diciamo il leggente Intorno,
ingannato dal medefimo fuono
,
errarebbe fenica
dubbio alcuno
. C
onciofiacofa che ogni uoltaghe
nel Latino parlare fi troua noce che ferve al ma-
Jchio,
s a
alla femina, il medefimo auerrà in que
f i a lingua ancora
,
come f i uede manPfeflamente
in quefle uoci felice, debile
,
capace ,
s a
altrif i­
m ili , che ne l'ima ,
s a
ne l'altra, lin gu a, hanno
folo una defintnZa; ma comedi Latini haueranno
per qualunque fejfò una noce,partita
s a
dipinta ;
cofi l'hauera il Mitigare
.
Dirafei adunque i l vio­
lento lup o
, s a la
violenta mia fortuna
,
chefe fi
diceJJ'e il uiolento lupo
,
oltre che dal -berfaglio La
tino ci dijcopiamo , la detta terminatione fi con­
fonderebbe col pluralefeminino ,ilche non dee po
ter efiere per alcun patto. Et [otto quefio ordine
vengono tutti li nomi della terfa declinatione La­
tina
, s a
fecondo che alcuni anfano , tutte le ter
-,
minationi di quef a linguaf i traggono dalli a lla
tifa
L
a im i,fi-come ilpatte y nelfingolare
^ ts a
li
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