Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 304

r V L I O C A M I L L O .
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[alcuno diceff'c
>
non 'hauer vedutoU ti Theatro
[huomo ;gran differentia farebbe quefia yfcnz<t
dubbio
>
pertiochc nell'ultima parte ,fi dìmofira­
ri a alct^ìo huomo particolare
,
ove la prima à tut
tìg li huomini[accommoda
. Etfe
7
m iogiudicio
non erra.La dotte il
B
occ. nelprologo del Occam,
dtjfe *Fra quali [alcun mai nhehbe . Non bau*
rebbepotuto dire f u i quali y percioche banca di
fipra confitfiimcnteparlalo
,
0
non d'alcrm par-
% ticolarc : ma ben quel luogo mal fi legge . De li
accidenti d i Martellilo da
N
eiphile raccontati y
fenati modo rifero le Donne
. Et
mafiimamente
tra giovani Filoftrato . negli antichi tefii yfi'a i
giovanif i légge .
Et
dirittamente r cff'endofi di
Jopra conojciuto il loro difìinto
0
particolare nu­
mero y come netdetto prologo , oue fi dice .
E
eco
intrare netta
Chiesa
tregiovani ynon haueniìo an
coni
di loj^qfittto più mentione
. E
tanto fio, det­
to
,
mentre retationc (ignif catto
,
quando fono prò
nomi ybenchc datti plurali foli fi traggono y al-
Ihora non inan\i à 1 nomi y ma inanzi a i verbiy
0 doppo quelli
fi
pongono
0
conofionfi
,fi
artico­
li y 0pronomifino dalla fola collocatione y nella
quale f i termineranno in l. faranno pronomi ma
[colini yfc in
E ,
feminini
,
come io li difitjn luó
go di dif i a i v i . Et io le dif i , onero disfile per
quello chefi direbbe
,
dijfe a lei..
D E L T I P R O N O M I .
Q v i s t i
cinque pronom i
,
lu i
,
le i
,
loro
cui , altrui
>
non mai nel dritto eafi>,pofii co uer*
V y
1...,294,295,296,297,298,299,300,301,302,303 305,306,307,308,309,310,311,312,313,314,...516
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