Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 227

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L A T O P I C A D I M.
*
tiranno le fue bellezze ,fi che quafi Torditori del
la uejìt ucnga da un luogo
,
coso
Slame da uri­
altro
,
coso
non dimeno di tolti quefitf i fàccia una
fola tela
.
llche ne g li argomenti ha Tantafor\a,
che fa fbeffo vacillar Tanverfirio ,fi come quello
che t onero per I'implicatione de luoghi, non
sa­
pendo
a quell’argomento rifponaer
,
rejìa confa/o,
currof i pur rifaonde ad uno , non ha peròfcioltQ
il tutto per rimaner il uigor dell'altro
. •
V agli effetti-fifigurerà locutione, quando fu*
fa la indùfin a jara pofìa in quella cojAtche t pro­
dotta dalla cagione
.
Et pergratia d'effimpio 1tm
gact da dire
, esser
primavera, noi ne! vero uctin
do operar alcuna figura del luogo da g li effetti
,
potremo alla cagione che produce ?herbe
coso
h fio
ri, fa rfig u ri quelli
.
Volendo adunque ufiur luogo
da gli■ effetti, f i Infogno che tutto t artificio appo *
ia negli effetti ,fe non ci pìacefje méfcolaril luo­
go delle cagioni con quello degli effetti
.
Come f i ?
ce il Petr. nel Sonetto. Quando'! pianeta che*
difiingue l'hore, doue diffi: che la uriti
ì,
che cade
dell'infiammate corna del
T
auro , tiefie il mondo
di nouel colore
, Cosole
ru te
, (oso
i colli di fioretti
adorna
.
Alle quali trattate mente, cedono quelle
,
come proprie,an\i forfè pi» gentilmente pingono
,
la doue attribuendo la uìrtit del Sole à gli occhi di
A.aura dr/fe,chefacea fiorir co'begji occhi le carri
pagne.Ne fi può dare puro luogo dalle cagioniym
degli effetti
,
perche l'uno fi conofct per l'altro
*
Benfi potrà chiamar v dalle cagioni,o dagli effet
ti
,
doue più basterà mefio Tautor d eli'anifimo
,
Ilperchela dotte dice
. E x
f i corm d t lor belleg-
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