Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 217

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L A T O P I C A DT M.
ritappreffo il Solefi con
oneste
trafiate
, Il
Solg ir i
bagnar nell'Ocectn l'aurato carro. Et accioche me­
glio cotaì virtù He' luoghi s*intervia , ipcominda­
rno da. quello’delie cagioni, che fono quattrognau
rial*,efficiente, firmiate,
sa
finale
.
LtquaU fono
m ciafcuna cofa
, Si
come nel
T
eatro la eagion
j
materiale (teaforno le pietre, & altra materia di
che fitto fu l'efficiente Tarcìnteti o
,
laforma che
ense
ha di
T
eatro , non di chiefa
o
di torrefa f i­
nale , che a fine d i recitar & rapprcfintar cofe à
c
UUtto del popolo fu fatio.
Dalla cagion materiale cofi figurar f i potrà Io
Cupone. Ecco
il Tetr.proponenti<f i di voler adirr-
mar configura quefio concetto , cantare, li uennt
ponfato poter fa r ci b adoperando l'artificio intor-
.no alla cagion materiale del canto , che egli /p i­
riti
,
cioè il fiato,ilquale tiralo da naturaifofpiro
*
j
«die partifupreme , come, in/egna Cic. nelfecondò
della natura delti Dei ,g h ifrumenti che lu i fo­
no , in molte maniere di noci lo difimguono,
sa
informano come in parole ha/fe,in grido, in can­
to
diffe dunque. Et i vaghi fr in ii in unfofpir*
accoglie,
e
con le
sue
mani. Et altrove udendo
dir chiamar a ltru i, Hijfe » Quando muovo ifo -
fpir a chiamar uos
. Et
il detta concetto ricorda­
m i
M.T
ullio nel primo delTOrtitor haiter cofi u
e-
fiito . Excitare aocem . Tari «indicio fi» quello
1
d i Gnidio , che intuendo a uefiir quefio concetto
,
fon arla tromba y dtff'e » Buccina qua medio con-
*.
xipit ubi aera pomo
*
Et fe ben ccnfideraremo ,
nè a l Petrarca parve che't concetto del cantar, nè
\
cui Ovidio q ne! delfonarfiffè a bafianzafigura-
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