Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 225

1%
l A T O P I C A D T M.
sono
forme chifa to
, o
della uoce che dir voglia-
tnojaqual non e fim pre folto la form a del canto,
nè femjtre fitto la forma di parole buffe
,
o dig ri­
di . Adunque dando allo fifolto
sedo
di Laura
form a eh uoce chiara y fia u e angelica
t
diurna,
non f i quanto più gentilform a dar le poteva
,
ne
come meglio farla a
*
lettorifen fìb ili
.
Cofi O indio
neifu dato efj'empio della
;tromba accompagnò il
luogo della cagion f ormale , dicci:
i .
Lìttorà ho
ce replet-, fub 'vtroj; iacentia Vhecbo
.
Che delle
predette forme della noce
,
da a qu efia- della troni
ha di Tritone , la grandifiim a , amplificata non
altrimenti dal circuito del mondo , di quello che
Virgilio amplifica la grandézza del Ciclopc dal­
la capacita della
fi)
cionca
,
quando diffe
;
i
acuiti;
per antrum immenfum .
K
t tutta qu ella am pli-
fica!ione èpofia nel luogo de* configuenti , ìmpe
rb che f i la noce della tromba empie li liti di tutto
si mondo ,
consegue
eh neccfiitaghe j"offegrandifi
firn a
. FI
fc il Liclopo
f i
di
efe per la grandi
fii~*y
ma faelenca , dando iurta a quella particola, pery
di lignificar tutte le parti delia fg clonea , confi­
gge di necefiitdyCÌ) effofo ffe ancora grandifiim o ,
Ma dclli configuenti alfuo luogo diremo
.
Dalla cagionfinale truffe parimente mefiolata
figura il Petrarca intorno al predetto concetto
,
cantare , nell'ej]empio dato d i fopra
.
Imperoche
mia di due potendo effer la cagionfinale del canto
c
t o t , ouer la dilettaiione. onero il rapirci al defi-
deric della celefie armonia ,di cui quefia del moti
*
do è picciola imagine,dal?una
(oso
dall'altra occul
j
tAmente fiece figuragli efe ben confidcrìam* quel
1...,215,216,217,218,219,220,221,222,223,224 226,227,228,229,230,231,232,233,234,235,...516
Powered by FlippingBook