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c i V L I O C A M I L L O , „43
trari ,
toso in
alcun /nodo li fim ilit
roso
'<
compara
ti . imperoche quefli chefi prendono da g li ijhtfi
m enti, dargli a iti, dalla qualità
, toso
quantità
del corpo
,
dagli apparenti , non fono topici
, wae
s(T
cefi dire
,
fig u ra tiv i.
Ben sano
tali, che più
m ani/; ' uente mettono davanti àgli occhi le f i
gure , le quali da loro f i formano, che non fanno
perauentura li topici.Ne fino quefle figure q u e l
le,che figure, di /cruente fimo , fi come ci infie-
gua Hermogene, una medefima cofa conti ine
ttiodi,tiri cpn quelle aie, per batiali f i indriZfiti
noJc fim etìfie
■» Et le
figure d: parole quelle
y
che
per la fola.!ero cofiru/tione, epllocatione
,
f i mo-
fìrano citali, ma defirutta cofifinita collocatione,
'
fi dijìmgge ancora la figura. Ma quefie chiamiti»-
mo locaiioni figurate (non perche indrifigino al-
*
cuna finte&zg, operche f i mettano in tale
•
, o ta
lefigura di cofim itie n e
,
che rivoltala cefiruttio
rie in più maniere quella medefima fi rima nepan
iti Perche rapprefentatto davanti la figura
elesse
cofit ,fi che ti par dt vederla . Ilpercheforfè con
maggior ragione.merìtano.quefle il nome difiga*
ra , che le predette d u e
. Et
fopra tutto t da con
fiderare,ehe le trafiate uoci, o le proprie non fin $
quelle , che danno ejjcntial siato a quelle figure
?
ma come già detto hahbiamo,fidamente il luogo ^
Et per gratia di efjempio poniamo, che alcun m.~
giia figurar quefio concetto,uietnarfi ìnfera. D ir
co che potrà gentilmente per mio auifio tirar la f i
gura dal luogo ile g li antecedenti , uefiendo tal
concetto, ò. con quefie parole proprie , poter pa
rer à quelli, che heibiia.no Marocco d ip i affo,veder