Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 226

* C i v i l e C A M I L L O .
fZ
le parole , chiara
,
f'oaue y toccano la dilettiliien
che dalia uoceprendeva
.
Et in quell altre
, •
ca­
role
,
angelica
.
d iv in a
, dimostrano aeeiai
r/i
'Lanra
osoe?
rhita imagine non filamenti? della ce
le/le,
ma di quella onde la cdefi e d eriva , alla
qual ceicfie harmonia , conviene in fine del Son.
quel nome
,
die elette Sirena , imitando Viatorie
,
ilqual quefio nome d i Sirena attribuìfcc a quel
((incetto
,
che da volger ciafiuno o d o procede
.
Et figinfica cantar tt D io , over laudar D io . Es
quefia battendo nel quarto u n f i cofi strettamente
involta , li piacque nel fecondo quadernario di c»
Sentofa r del mio cor dolce rapina ,
hechefia mifiò del lungo della cagione & effet­
ti che un doktfiim c canto , quafi di necefìitn . H
**
cagione di tal rapina, ma p i» pure è quello
.• D a
qual angelo muffe 0 da qualfpera
. Q uel
celefi 3
cantar
.
Et quella che ha ilfine la diUitation.fi
la , gentilmentefiguro altrove
,
la doue , poi che
alla ucce di Laura attribuì quefio nome di aura
(Affi
,
Laqual era pofi ente, Cantando d'acquetar
gis sdegni 0
l*
ir e
,
D>ferm ar la ttmpeflofit men­
te
.
Dottejorfe è la predetta m ifiione del luogo
delle cagioni 0 effetti * Riabbiamo adunque ne -
ditto
,
come il Petrarca mefcola li luoghi , 0
feguentemente le fig u re
. M
a Gnidio nel fonar lei
tromba dì- Tritone,più divifom enti pofi la cagicn
finale ,fi chefa diuerfo concetto dal fonare
,
d i­
cendo cofi. E
t
iufjos cecinit infiala recejfius
>
F.t
ni vero quelle uefìi dà concetti faranno artifi­
cio/,im entefigurate } dette p m luoghi m ifU farto
€ fa
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